esecuzioni nel mondo:

Nel 2024

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Dal 2000 a oggi

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legenda:

  • Abolizionista
  • Mantenitore
  • Abolizionista di fatto
  • Moratoria delle esecuzioni
  • Abolizionista per crimini ordinari
  • Impegnato ad abolire la pena di morte

RUSSIA

 
governo: federazione semi-presidenziale
stato dei diritti civili e politici: Non libero
costituzione: 12 dicembre 1993
sistema giuridico: basato sul diritto civile
sistema legislativo: bicamerale; Consiglio della Federazione (Soviet Federatsii) e Duma di Stato (Gosudarstvennaya Duma)
sistema giudiziario: Corte Costituzionale; Corte Suprema; il Consiglio della Federazione nomina i giudici a vita, su raccomandazione del Capo dello Stato
religione: 15-20% russi-ortodossi; 10-15% musulmani; 2%cristiani
metodi di esecuzione: colpo di pistola
braccio della morte: 0
Data ultima esecuzioni: 2-9-1996
condanne a morte: 0
Esecuzioni: 0
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:

Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici

Primo Protocollo Opzionale al Patto

Convenzione sui Diritti del Fanciullo

Convenzione contro la Tortura ed i Trattamenti e le Punizioni Crudeli, Inumane o Degradanti

Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali

Sesto Protocollo alla Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, relativo all'abolizione della pena di morte eccetto che per atti commessi in tempo di guerra o nell’imminenza di una guerra (solo firmato)

Convenzione Europea per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti e Punizioni Inumane e Degradanti

Statuto della Corte Penale Internazionale (esclude il ricorso alla pena di morte) (solo firmato)


situazione:
L’introduzione nel 1996 del Codice Penale della Federazione Russa ha ridotto il numero dei reati capitali da 33 a 5: omicidio premeditato con circostanze aggravanti; tentato omicidio di un personaggio pubblico o statale; tentato omicidio di un amministratore della giustizia o di un investigatore; tentato omicidio di un funzionario della legge; genocidio.
La Russia, dal 28 febbraio 1996, è impegnata all’abolizione della pena di morte come membro del Consiglio d’Europa. Nell’agosto del 1996, l’allora Presidente Boris Eltsin, per adempiere agli obblighi internazionali, ha imposto una moratoria sulle esecuzioni, tuttora in vigore, anche se esecuzioni sarebbero state effettuate in Cecenia tra il 1996 e il 1999.
La Russia ha firmato nel 1996 il Sesto Protocollo della Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali, relativo all’abolizione della pena di morte, ma il Parlamento non l’ha ancora ratificato.
La moratoria ha aggirato il costante rifiuto da parte della Duma di Stato russa (Camera bassa) di abolire la pena di morte.
Nel dicembre 2006, la Duma ha approvato l’estensione di tre anni della moratoria sulla pena di morte, ma nel novembre 2009, la Corte Costituzionale ha stabilito che in Russia la moratoria sulla pena di morte sarebbe proseguita anche dopo il 1° gennaio 2010, lasciando chiaramente intendere la volontà di eliminarla dall’ordinamento giudiziario russo. Dopo la decisione della Corte Costituzionale, 697 condanne capitali sono state commutate in ergastolo.
Da parte sua, il Presidente Vladimir Putin si è più volte dichiarato contrario alla pena di morte, spiegando che “lo strumento più efficace nella lotta contro il crimine è la certezza della pena, non la sua crudeltà”.
Secondo un sondaggio condotto dalla Public Opinion Foundation dall’11 al 12 aprile 2015, per il 60% dei cittadini russi, contro l’80% nel 2001, la pena di morte è accettabile come punizione. Il 22% degli intervistati, contro il 16% nel 2001, ha detto che era inaccettabile, mentre il 17% degli intervistati era indeciso. Il 71% degli intervistati ha dichiarato che la pena di morte può essere applicata solo ai criminali che hanno commesso violenze sessuali nei confronti dei minori, il 57% ha detto che questa punizione può essere applicata agli assassini, il 55% ai terroristi, il 46% agli stupratori e il 34% ai trafficanti di droga. Il 41% degli intervistati ha dichiarato che la moratoria sulla pena di morte è stata una decisione sbagliata, mentre il 33% l’approvava e il 26% era indeciso. Alla domanda se la pena di morte dovrebbe essere ripristinata in Russia, il 49% degli intervistati ha risposto affermativamente, il 5% ha detto che dovrebbe essere annullata del tutto, il 27% vorrebbe venisse mantenuta la moratoria e il 19% era indeciso.
Da quando è entrata in vigore la moratoria, politici russi e funzionari statali hanno ripetutamente chiesto la reintroduzione per crimini come il terrorismo, la corruzione, la pedofilia e crimini di guerra. La proposta più recente è stata quella del partito nazionalista LDPR nel marzo 2016 volta a ripristinare la pena di morte per i terroristi e cittadini stranieri condannati per il traffico di droga. Il governo e la Corte Suprema hanno espresso la loro opposizione al disegno di legge.
Anche il capo della Repubblica cecena, Kadyrov, ha esortato ripetutamente le autorità a introdurre la pena di morte per il terrorismo, sostenendo che tenere gli estremisti condannati nelle carceri è troppo costoso e che esiste una minaccia che i terroristi che scontano l’ergastolo reclutatinoo nuovi adepti nelle prigioni.
L'8 febbraio 2017, il centro di ricerca indipendente Levada ha riferito che in base ad un suo ultimo sondaggio, il 44% dei russi vogliono la pena di morte. Di questi, il 32 % ha detto che a loro parere la pena di morte dovrebbe essere utilizzata secondo le stesse regole che esistevano negli anni 1990, prima della moratoria; il 12% ha detto che volevano estenderne l'uso. Allo stesso tempo, il 41% degli intervistati erano contrari alla pena di morte e il 25% ha detto che la Russia deve mantenere la moratoria e il 16 % pensa che le autorità dovrebbero fare un passo in più e abolirla dalla legislazione. Il 15% ha dichiarato di non avere alcun parere sulla questione.
I ricercatori hanno anche osservato che l'atteggiamento pubblico nei confronti della pena di morte non era cambiato molto negli ultimi anni. Nel 2015 la quota di coloro che la sostenevano era 41% e il 44% era contrario. Il vice direttore del centro Levada Aleksey Grazhdankin ha detto che l'opposizione leggermente crescente alla pena di morte deve essere connessa con il tasso di criminalità in calo.

La guerra al terrorismo
Il 25 marzo 2016, un certo numero di deputati russi hanno proposto alla Duma un disegno di legge che introduce la pena di morte per crimini terroristici.
Il disegno di legge è stato presentato da uno dei leader del partito politico “Una Sola Russia” Sergei Mironov e da altri due deputati. "L'obiettivo della riabilitazione per tali criminali ... non può essere raggiunto e la pena deve essere adeguata alla minaccia che le loro azioni pongono alla società e fungere da avviso [per gli altri]", ha detto Mironov in una dichiarazione pubblicata sul sito web del partito.
Il Governo e la Corte Suprema si sono successivamente opposti all’iniziativa legislativa.
Il 9 giugno 2017, il capo del Comitato della Duma per la sicurezza ha proposto di permettere ai tribunali russi di condannare a morte i terroristi a condizione che l'esecuzione della sentenza sia rinviata fino alla revoca dell'attuale moratoria sulla pena capitale. L’addetto stampa di Vladimir Putin,  Dmitry Peskov ha osservato che la posizione del Cremlino sulla questione era ben nota e non era cambiata.

Le Nazioni Unite

Il 29 aprile 2013, la Federazione Russa è stata sottoposta alla Revisione Periodica Universale del Consiglio dei diritti umani dell’ONU. Nel suo Rapporto Nazionale, il governo ha detto che “il divieto di imporre la pena di morte da parte dei tribunali è stato confermato da una sentenza della Corte Costituzionale del 19 novembre 2009. In sostanza, tale decisione sancisce in via definitiva il divieto legale di tale pena in Russia”. Le raccomandazioni di adottare le misure necessarie per procedere, nel più breve tempo possibile, ad abolire di diritto la pena di morte, saranno esaminate dalla Federazione russa, che fornirà le sue risposte non oltre la 24ma sessione del Consiglio dei diritti umani nel settembre 2013.
Il 17 dicembre 2018, la Russia ha nuovamente votato a favore della Risoluzione per una Moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Non ha però co-sponsorizzato il testo.

 

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