ARABIA SAUDITA: OTTO UOMINI GIUSTIZIATI IN UN SOLO GIORNO

13 Marzo 2013 :

otto uomini sono stati giustiziati in Arabia Saudita, portando a 26 le persone messe a morte nel Regno dall’inizio dell’anno. Un plotone di esecuzione ha giustiziato in pubblico i primi sette uomini, riconosciuti colpevoli di rapina a mano armata, nonostante gli appelli dell'ultimo minuto lanciati da gruppi per i diritti affinché le loro vite fossero risparmiate, hanno reso noto il Ministero degli Interni e un testimone.
I sette erano stati giudicati colpevoli di "formazione di una banda che ha effettuato numerose rapine a mano armata e furti con l'aiuto di altre persone", ha detto il Ministero in un comunicato diffuso dall’agenzia di stampa ufficiale SPA.
Sono stati giustiziati "come punizione per loro e per scoraggiare altri" dal commettere crimini simili, ha detto la SPA, aggiungendo che i complici sono stati condannati a pene detentive di diversa durata e alle frustate.
Un testimone ha detto alla AFP per telefono che "l'esecuzione è stata effettuata poco fa in una piazza pubblica a Abha", aggiungendo che gli imputati sono stati "fucilati” e non decapitati come è consuetudine nel Regno.
L'annuncio è arrivato subito dopo che Amnesty International aveva nuovamente invitato le autorità saudite a fermare le esecuzioni.
"Sembrano destinati ad essere giustiziati mercoledì (13 marzo) mattina", aveva detto Amnesty, che ha descritto le esecuzioni come "pura brutalità".
I sette uomini - Al Sarhan Mashaikh, Saeed Al Zahrani, Ali Al Shahri, Nasser Al Qahtani, Saeed Al Shahrani, Abdulaziz Al Amri e Ali Al Qahtani - erano stati accusati di organizzazione di un gruppo criminale, rapina a mano armata e assalto ad una gioielleria nel 2005, e condannati a morte nel 2009.
Gruppi Internazionali per i diritti umani hanno denunciato che i sette - di età compresa tra 20 e 24 anni, secondo il sito di news sabq.org - erano stati condannati per crimini commessi quando erano ancora minorenni.
"E’ un giorno di sangue quello in cui un governo giustizia sette persone sulla base di "confessioni ottenute sotto tortura, presentate in un processo in cui non avevano rappresentanza legale o il ricorso in appello", ha detto Philip Luther, di Amnesty.
Avevano detto che i loro parenti erano stati "minacciati di tortura, se avessero ritirato le confessioni”, ha aggiunto Amnesty.
In un primo momento dovevano essere messi a morte il 5 marzo, ma le loro esecuzioni sono state rinviate di settimana.
Le esecuzioni in Arabia Saudita, che applica una interpretazione rigida della legge islamica della Sharia, sono generalmente effettuate per decapitazione, ma i media locali hanno scritto che le autorità stanno pensando di utilizzare plotoni per le fucilazioni a causa della mancanza di boia con la spada.
Il quotidiano Al-Yawm ha riferito che il Regno ha istituito una commissione apposita per studiare la "possibilità di sostituire le decapitazioni con la spada con plotoni di esecuzione in quanto questo non è contro la sharia."
Ciò è dovuto alla "mancanza di decapitatori, che a volte potrebbero impiegare molto tempo per arrivare sul luogo dell’esecuzione da altre regioni, causando confusione", ha spiegato il giornale.
L’ottavo uomo è stato giustiziato nella regione di La Mecca, dopo essere stato giudicato colpevole di omicidio. Si tratta del saudita Fada al-Subaie, riporta l’agenzia di stampa ufficiale Spa, senza precisare il metodo con cui è stato giustiziato.
 

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