CINA: RIDOTTO NUMERO REATI CAPITALI

25 Febbraio 2011 :

il nuovo codice penale cinese riduce di 13 il numero di reati punibili con la pena di morte, portandoli a 55.
Il Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo (CNP) ha approvato l’emendamento al Codice Penale nel corso della sua sessione bi-mensile.
E’ la prima volta che la Repubblica Popolare Cinese riduce il numero di reati punibili con la morte da quando, nel 1979, il Codice Penale è entrato in vigore. I 13 reati sono di natura economica e non violenta e comprendono il traffico di reperti culturali, oro, argento e altri metalli preziosi o animali rari e loro prodotti; attività fraudolente attraverso documenti finanziari; attività fraudolente con lettere di credito; emissione di fatture false per ottenere rimborsi sulle imposte di esportazione o eludere le imposte sui compensi; falsificazione di fatture o vendita di fatture false; insegnamento di metodi per commettere attività illegali; furto di reperti antichi.
La bozza di emendamento era stata sottoposta al Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo, più alto organo legislativo cinese, a partire dallo scorso agosto.
L’emendamento viene considerato dagli osservatori un ulteriore passo della Cina verso la limitazione nell’uso della pena di morte, dopo la decisione del 2007 di restituire alla Corte Suprema il diritto esclusivo di ratifica delle condanne capitali. L’emendamento stabilisce che la condanna a morte non possa essere imposta a persone che al momento del processo abbiano 75 anni ed oltre, fatta eccezione per i casi di omicidi commessi con eccezionale crudeltà. In precedenza, solo minori di 18 anni al momento del crimine e donne incinte al momento del processo erano non-condannabili a morte.
Nelle intenzioni delle autorità cinesi l’emendamento, l’ottavo al Codice Penale del 1997, riafferma ulteriormente il principio della giustizia temperata dalla clemenza.
In base a dati ufficiali, dal 2007 la Corte Suprema del Popolo ha annullato il 10% delle condanne a morte emesse nel Paese.
Lang Sheng, capo del comitato legislativo del Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo, ha dichiarato ai giornalisti, nel corso di un briefing a Pechino, che l’eliminazione della pena capitale nei confronti di persone anziane è stata fatta per dimostrare « spirito di umanità ». Non appare chiaro tuttavia quante siano le persone con più di 75 anni giustiziate ogni anno nel Paese.
Gli altri cambiamenti – osserva Joshua Rosenzweig, ricercatore del gruppo per i diritti umani Dui Hua Foundation, con base negli Stati Uniti - non ridurranno il numero dei giustiziati dal momento che riguardano reati che raramente comportano la condanna capitale degli imputati.  La pena di morte continuerà ad essere utilizzata in Cina per punire reati economici come la corruzione. A questo proposito Rosenzweig ha spiegato che « Il grande ostacolo è costituito dalla corruzione, dal momento che è ancora forte nella popolazione cinese il principio secondo cui un funzionario corrotto debba morire. Il disgusto per questo reato è così forte che l’eliminazione della pena di morte nel caso di corruzione avrebbe un costo dal punto di vista politico ».
Lang sottolinea che la riforma riduce di circa 1/5 i reati puniti con la pena di morte e che il governo prenderà in considerazione in futuro ulteriori cambiamenti. «Naturalmente ci sono dei crimini per i quali resta la pena di morte », ha aggiunto. « Per questi, dobbiamo proseguire gli studi nel rispetto delle esigenze del nostro sviluppo economico e sociale, della necessità di conservare l’ordine pubblico e della volontà del popolo.
 

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