IRAN - Secondo PMOI/MEK, alla data del 25 marzo pomeriggio, i decessi da coronavirus in Iran sono 11.500.

26 Marzo 2020 :

Secondo PMOI/MEK, alla data del 25 marzo pomeriggio, i decessi da coronavirus in Iran sono 11.500. L'Organizzazione del Mojahedin del popolo iraniano (PMOI / MEK) ha annunciato questo pomeriggio, 25 marzo 2020, che il bilancio delle vittime del Coronavirus è salito a oltre 11.500 in 222 città iraniane. Il numero delle vittime nel Khorasan Razavi è 980, nel Khorasan Settentrionale 59, nel Khuzestan 500, a Isfahan 1360, nel Kermanshah 280, a Yazd 230, nel Lorestan 230, nell'Hamadan 240, nello Zanjan 150, e nel Sistan e Baluchistan 70. Mentre i rapporti e le dichiarazioni dei funzionari del regime indicano l'escalation dell'epidemia, i decessi e le gravi carenze di strutture, il Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran Hassan Rouhani ha affermato: “Fino ad oggi non avevamo carenza di letti, infermieri o medici. Anche nelle unità di terapia intensiva, nella maggior parte delle città e province, abbiamo riserve. Ieri, ero particolarmente preoccupato per Mashhad, ma si è scoperto che il 30% per cento dei letti in terapia intensiva erano vuoti. C'è una buona pianificazione in atto”! Rouhani ieri ha anche affermato: "I ricoveri ospedalieri (per il Coronavirus) sono diminuiti e il bilancio delle vittime è in calo". Nel frattempo, oggi, il Ministero della Salute del regime ha annunciato che il numero di pazienti infettati nelle ultime 24 ore è di 2.206, in aumento del 25% rispetto a ieri e più 130% rispetto a sabato scorso. Oggi, il governatore dell'Azerbaigian occidentale ha affermato che il numero di pazienti e portatori del virus è diverse volte multiplo del dato ufficiale. Mohammad Hossein Ghorbani, rappresentante del Ministero della Sanità a Gilan, ha dichiarato: "Gilan è ancora l'epicentro della crisi Corona ... Se inizia la seconda ondata di epidemia, il danno sarà molto maggiore rispetto al primo stadio ... Siamo preoccupati, il personale medico è sfinito a causa di settimane di lavoro duro e senza sosta." Lunedì 23 marzo 2020, Shargh, quotidiano statale, ha citato il gruppo di lavoro sull'analisi epidemiologica del Ministero della Salute, suggerendo che a metà maggio i contagiati in Iran saranno tra 811.000 e 1,16 milioni. Majid Farahani, membro del consiglio comunale di Teheran, ha scritto a Rouhani: “La Cina ha iniziato la sua quarantena dopo che 30 persone avevano perso la vita, la Spagna dopo 200 e la Francia dopo la morte di 175 persone. Quante persone devono morire in Iran?" “Abbiamo visto spesso persone che esprimevano la loro insoddisfazione per la riapertura degli uffici. Da un lato, viene detto loro di restare a casa e di mettersi in quarantena, ma dall'altro lato vengono aperti gli uffici", ha detto Fatemeh Zolghadr, un membro del parlamento del regime. Riferendosi alle sfacciate osservazioni di Rouhani, la signora Maryam Rajavi, presidente eletto del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI), ha dichiarato: "I mullah hanno riempito i cimiteri mentre affermavano falsamente che gli ospedali erano vuoti. Hanno espulso Medici senza frontiere, vantandosi di avere abbastanza strutture. Allo stesso tempo, affermano erroneamente che le sanzioni hanno causato la diffusione del coronavirus”. Anche nei giorni scorsi la signora Rajavi aveva evidenziato che gli aiuti internazionali che l’Iran ha ricevuto, e tutte le risorse mediche e finanziarie sono state affidate all'IRGC e alla cerchia di Khamenei che ne fanno un uso “di casta”. La signora Rajavi ha chiesto alla comunità internazionale di fare pressioni perché le risorse vengano messe al servizio non dell’elite statale, ma del popolo, e dei poveri. La signora Rajavi ha ricordato a coloro che versano lacrime di coccodrillo per le sanzioni che colpiscono il regime religioso fascista che governa l'Iran, dovrebbero mostrare anche un po' di empatia per il popolo iraniano. E se sono coerenti, dovrebbero forzare il regime a consentire a giornalisti, osservatori, missioni umanitarie estere a entrare nel paese, consentendo loro di raggiungere i bisognosi senza intermediari. Dovrebbero anche fare pressione affinché il regime liberi tutti i prigionieri, e smetta di arrestare, torturare e giustiziare, e smetta di considerare criminali i giovani contestatori che vogliono solo aiutare i loro concittadini.

 

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