MALESIA: VICE PROCURATORE RICORDA CHE LA PENA DI MORTE OBBLIGATORIA E’ COSTITUZIONALE

10 Giugno 2020 :

Alla Corte Federale malese il 9 giugno 2020 è stato ricordato che gli emendamenti per rendere obbligatoria la pena di morte nei casi di traffico di droga e omicidio sono costituzionali in quanto il parlamento aveva il pieno potere di stabilirlo.
Il vice procuratore pubblico Nik Suhaimi Nik Sulaiman ha dichiarato che il Dewan Rakyat (Camera dei Rappresentanti) poteva approvare gli emendamenti, come quello per rendere obbligatoria la pena di morte, dal momento che i parlamentari ritenevano la punizione adeguata alla gravità del reato.
“Secondo la legge, i legislatori approvano o modificano le leggi che ritengono appropriate per un reato, mentre i tribunali stabiliscono la condanna dopo aver dichiarato colpevole un accusato.”
"In effetti, quando l'allora vice primo ministro (Musa Hitam) ha presentato gli emendamenti relativi alle condanne per traffico di stupefacenti (nel 1983), ha sottolineato che precedentemente non c’era uniformità nelle sentenze dei tribunali relative ai trafficanti, e che c'era un aumento dei casi di traffico in Malesia", ha detto Suhaimi al panel di nove giudici. Suhaimi stava rispondendo in merito al ricorso contro le condanne a morte presentato da quattro imputati riconosciuti colpevoli ai sensi della Sezione 39B della Legge sulle Droghe Pericolose e per omicidio ai sensi della Sezione 302 del Codice Penale.
I sudafricani Letitia Bosman e Benjamin William Hawkes insieme al peruviano Jorge Crespo Gomez sono stati condannati per traffico di droga mentre Pubalan Peremal è stato dichiarato colpevole di aver ucciso suo cognato.
Suhaimi ha affermato che la tesi dei quattro secondo cui è stato negato loro un giusto processo, in quanto i reati per cui sono stati condannati prevedevano solo la condanna a morte e che non si poteva quindi alleggerire la pena, è priva di sostanza.
“La pena di morte obbligatoria non è in contrasto con la Costituzione federale. In effetti il ​​nostro articolo 5, paragrafo 1, afferma che il diritto alla vita e alla libertà personale non è assoluto e può essere revocato", ha affermato.
La pubblica accusa ha osservato che i quattro hanno esaurito i loro ricorsi nei tribunali di ordine superiore.
Nel frattempo, l'avvocato dei quattro, Gopal Sri Ram, ha dichiarato alla corte che l’eliminazione nel 1983 della discrezionalità del tribunale nell’emettere condanne equivale a un'interferenza nella funzione giudiziaria.
“La pena di morte non è una punizione commisurata per tutti i casi di droga. La risposta al problema dell'allora legislatore fu ovviamente sproporzionata", ha affermato.
Il presidente della Corte d'Appello Rohana Yusof ha detto che il 13 agosto sarà resa nota la decisione sul ricorso dei quattro. Gli altri giudici del panel sono il giudice capo di Malaya Azahar Mohamed, il giudice capo di Sabah e Sarawak Abang Iskandar Abang Hashim e i giudici della Corte federale P Nallini, Vernon Ong, Abdul Rahman Sebli, Zaleha Yusof, Zabariah Mohd Yusof e Hasnah Mohammed Hashim.
Oltre a Sri Ram, gli altri avvocati dei quattro imputati sono Abdul Rashid Ismail e Hisyam Teh.
La Malesia impone la pena di morte ai colpevoli di omicidio, traffico di droga, rapimento, reati di armi da fuoco e guerra contro il Paese.
Il precedente governo della coalizione Pakatan Harapan aveva affermato di voler presentare emendamenti per abolire la condanna a morte obbligatoria e una task force speciale aveva condotto discussioni olistiche e indipendenti sulla legge e svolto consultazioni con le parti interessate per raccogliere opinioni.

 

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