ONU. L’UNIONE EUROPEA CRITICA LA CINA SUI DIRITTI UMANI

Praticanti del Falun Gong chiedono la fine della repressione in Cina

25 Marzo 2005 :

restano ancora aperte in Cina diverse "questioni particolarmente preoccupanti" per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani: il ricorso alla pena di morte (utilizzata di frequente e per un alto numero di reati), alla tortura e alla detenzione arbitraria, nonché le restrizioni alla libertà d'espressione, di religione e d'associazione. Lo ha affermato a Ginevra, durante la 61esima sessione della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite, l'ambasciatore lussemburghese Alphonse Berns, intervenendo a nome dell'Unione Europea e di Romania, Bulgaria, Croazia e Albania.
"Riteniamo incoraggiante - ha detto il rappresentante dell'Ue - che la Cina perseveri sulla via della ratifica del Patto Internazionale sui diritti civili e politici".
L'Ue auspica che le autorità cinesi pubblichino un calendario con le tappe della ratifica, fatto che costituirebbe, ha osservato Berns, "un segnale forte per la comunità internazionale".
Per quanto riguarda la pena di morte, l'ambasciatore ha valutato positivamente "la decisione di riattribuire alla sola Corte Suprema del Popolo il potere di ratifica delle condanne capitali”, tuttavia l’Ue "resta preoccupata per il campo d'applicazione della pena capitale nella legislazione cinese e per il numero molto elevato delle esecuzioni".
La pubblicazione di statistiche sui casi di condanne a morte in Cina sarebbe, ha osservato il rappresentante Ue, "un passo importante verso la trasparenza".
L'Unione Europea continua a sostenere la necessità di eliminare il sistema cinese di "rieducazione attraverso il lavoro", e invita le autorità di Pechino a "considerare con attenzione" tutte le
raccomandazioni del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, che ha visitato il paese nel settembre scorso.
"Restiamo molto preoccupati - ha poi aggiunto Berns – per la situazione dei diritti umani in Tibet e nello Xinjiang, soprattutto in materia di diritti religiosi e culturali". L'Ue, comunque, si felicita di aver potuto inviare una propria delegazione in Tibet nel settembre scorso, e invita la Cina e gli emissari del Dalai Lama "a proseguire i loro contatti in vista di un dialogo costruttivo".
 

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