USA - Florida. Wayne Doty chiede di essere giustiziato con la sedia elettrica.

26 Ottobre 2015 :

Wayne Doty chiede di essere giustiziato con la sedia elettrica. Doty, 42 anni, bianco, è stato condannato a morte il 5 giugno 2013 e non ha presentato ricorsi. Si è appreso oggi che il 12 agosto, subito dopo che la Corte Suprema di stato ha confermato la condanna al termine della serie di ricorsi obbligatori previsti dalla legge, Doty ha formulato la sua richiesta di una esecuzione rapida, da effettuare con la sedia elettrica. Secondo alcuni osservatori, probabilmente l’intento di Doty è di velocizzare la propria esecuzione, evitando la serie di rinvii che da tempo rallentando il sistema di esecuzione basato sull'iniezione letale. Doty è stato condannato a morte il 5 giugno 2013 dopo aver confessato di aver ucciso, nel maggio 2011, Xavier Rodriguez un compagno di detenzione nella Florida State Prison a Raiford. Doty all'epoca stava scontando una condanna all'ergastolo per aver ucciso nel 1976 Harvey Horne durante una rapina. Durante il processo per il secondo omicidio si era difeso da solo, aveva confessato, e una giuria popolare della Bradford County aveva espresso una raccomandazione di pena capitale con un voto 10-2. Un portavoce dell’Amministrazione Penitenziaria ha detto che al momento non è fissata alcuna data di esecuzione per Doty, ma avendo concluso gli appelli, potrebbe essere decisa in qualsiasi momento. L’ultima esecuzione con la sedia elettrica risale a 16 anni fa. Dopo che nel 1997 e nel 1999 due esecuzioni (Pedro Medina e Allen Lee "Tiny" Davis) furono effettuate in maniera difettosa, la Corte Suprema sospese l’uso della sedia elettrica, ma in seguito, con un voto 4-3, ne confermò la costituzionalità. Nel frattempo però il governatore dell’epoca Jeb Bush, aveva sollecitato il Parlamento a cambiare la legge, introducendo l’iniezione letale, e lasciando la sedia elettrica come secondo metodo di esecuzione utilizzabile solo su richiesta del detenuto. Nella sua richiesta, scritta a mano, Doty dichiara che la sua “decisione è presa in maniera autonoma, autorizzando lo Stato a esercitare il suo diritto-dovere in modo rapido, in modo che questo porti pace alla famiglia della vittima, e alla mia libertà spirituale”.
 

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