USA - L'FBI cerca di identificare le 90 vittime del serial killer Samuel Little.

18 Febbraio 2019 :

L'FBI cerca di identificare le 90 vittime del serial killer Samuel Little. Little, 78 anni, nero, l’anno scorso ha confessato 90 omicidi commessi fra il 1970 e il 2013 in almeno 24 Stati americani, con una modalità operativa abbastanza costante: colpiva le sue vittime con un pugno, le violentava o si masturbava davanti a loro prima di strangolarle. Le donne erano quasi sempre prostitute, transessuali o tossicodipendenti. Si sbarazzava dei corpi gettandoli nei fossati, nelle discariche, nei cassonetti, o da dirupi. Little, figlio di una prostituta, ha una lunghissima serie di precedenti. Il primo arresto, per tentato furto, risale al 1956, quando aveva 16 anni. Nel 1975 i suoi arresti erano saliti a 26, in 11 diversi stati. Nel 1982 venne arrestato in Mississippi per l’omicidio di una prostituta, ma venne prosciolto. Venne arrestato di nuovo il 5 settembre 2012 in Kentucky, dopo che analisti dei casi irrisolti avevano collegato il suo Dna a tre omicidi in California (Carol Elford, 13/07/1987; Audrey Nelson, 14/08/1989; e Guadalupe Apodaca, 03/09/1987). Estradato verso la California, nel 2014 venne condannato a tre ergastoli senza condizionale da scontare consecutivamente. Anche dopo queste 3 condanne, Little ha continuato a dichiararsi innocente. Trasferito in Texas e interrogato a più riprese dal FBI, nel maggio 2018 ha iniziato a confessare una lunga serie di omicidi. Al momento ne avrebbe confessati 90, in almeno 24 Stati americani. Solo 34 vittime sono state identificate chiaramente dagli investigatori. Sembra che la maggior parte degli omicidi sia stata commessa in California. Per i restanti casi all’uomo è stato chiesto di tracciare degli identikit. Con questi disegni, insieme ad altre informazioni collegate a una lunga serie di 'cold case', casi irrisolti di omicidio, che vanno dal 1970 al 2005, gli investigatori sperano di arrivare, attraverso i suggerimenti e le indicazioni da parte del pubblico, all'identificazione delle vittime. Rispondendo alle polemiche sul ritardo con cui si è arrivati a bloccare Little, e al sospetto che considerata la natura delle vittime le indagini non siano mai state molto attente, in un comunicato l'FBI ha dato la sua versione: Little prendeva di mira "donne emarginate e vulnerabili, spesso coinvolte nella prostituzione e tossicodipendenti". Ex pugile semiprofessionista, Little avrebbe preso a pugni le sue vittime prima di strangolarle. Questo modus operandi confondeva le acque per gli inquirenti, spesso infatti non c'erano "segni evidenti" come ferite o segni di arma da fuoco che la persona fosse stata uccisa, e la morte era attribuita a cause naturali, accidentali o a overdose. Non viene detto esplicitamente, ma sembra di capire che, in cambio della collaborazione, nei confronti di Little non verrà chiesta la pena di morte. Questo riapre una polemica sempre presente sul fronte della pena di morte: come successo in altri casi di serial killer, la “trattativa” per ritrovare i cadaveri fa sì che assassini seriali riescano ad evitare la pena di morte, cosa che invece non riesce ad assassini “occasionali”, smentendo l’assunto costituzionale che la pena di morte debba essere riservata solo “ai peggiori tra i peggiori”.

 

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