USA - Nebraska. La Corte Suprema degli Stati Uniti respinge il ricorso della Gage County che non vorrebbe pagare 28 milioni di dollari di indennizzo per condanne sbagliate

07 Marzo 2019 :

La Corte Suprema degli Stati Uniti respinge il ricorso della Gage County che non vorrebbe pagare 28 milioni di dollari di indennizzo a 6 persone erroneamente condannate dopo essere state indotte a confessare con la minaccia di una condanna a morte. La richiesta non è stata respinta esplicitamente ma, come succede a migliaia di casi ogni anno, “non presa in carico”. Come è noto, la Corte Suprema degli Stati Uniti riceve diverse migliaia di ricorsi ogni anno, ma i casi che vengono affrontati, scelti con criteri di importanza e urgenza, sono, in media, tra gli 80 e i 90 l’anno. Tutti gli altri casi non vengono respinti nel merito, ma, come si dice in questi casi, “non presi in carico”. Il caso è Searcey v. Dean, ed è giunto alla Corte Suprema dalla United States Court of Appeals for the Eighth Circuit, la corte d’appello federale, che aveva confermato la validità del risarcimento. Il caso è quello de “i 6 di Beatrice”, in cui grazie a nuovi test del Dna 6 persone condannate per l’omicidio di una donna avvenuto nella città di Beatrice nel 1985, sono state prosciolte. Il caso si era concluso il 26 gennaio 2009 (vedi), quando la State Board of Pardons del Nebraska aveva approvato 3-0 la procedura di grazia per 5 persone, che erano state condannate per stupro e omicidio. Una sesta persona, Joseph White (vedi 10/01/2009), condannata per lo stesso omicidio era stata prosciolta a ottobre, quando la pubblica accusa aveva dichiarato di non voler chiedere un nuovo processo dopo che quello precedente era stato annullato. Il 5 febbraio 1985 a Beatrice venne violentata e uccisa la sessantottenne Helen Wilson. Un sospettato, Bruce Smith, venne fermato e incriminato, ma non fu possibile processarlo a causa di un grave errore di procedura legato ai test condotti sul suo sangue. Il caso rimase irrisolto fino al 1989, quando un poliziotto disse di avere degli informatori. Vennero arrestate 6 persone, indiziate per un reato che poteva portare alla condanna a morte. Tutte tranne White, temendo la massima condanna, raggiunsero un accordo con la pubblica accusa e si dichiararono colpevoli in cambio di una derubricazione del capo di imputazione. L’unico che continuò a dichiararsi innocente fu White, bianco, all’epoca 25enne, contro il quale testimoniarono anche i coimputati, che nel 1990 venne condannato all’ergastolo. White ha però insistito nella sua battaglia per veder riconosciuta la propria innocenza, e grazie agli avvocati dell’Innocence Project ottenne che venissero fatti i test del Dna sui reperti. I test, non disponibili all’epoca del primo processo, dimostrarono l’innocenza di White e dei suoi coimputati, e confermarono che il colpevole era Bruce Smith, che nel frattempo, nel 1992, era morto. Al termine dell’udienza del 26 gennaio 2009 l’Attorney General del Nebraska, Jon Bruning, uno dei tre membri del Board, aveva dichiarato: “Sono innocenti al 100%”. Il secondo membro del Board, il Governatore Dave Heineman, aveva dichiarato: “Abbiamo servito la giustizia”. Il terzo membro del Board era il Segretario di Stato John Gale. Dopo la scarcerazione, i 6 ex detenuti, che nel complesso avevano scontato più di 75 anni di carcere, hanno chiesto un risarcimento, che le corte di vario grado hanno quantificato in 28 milioni di dollari, cifra che la Contea prevede di saldare in 8 anni, 3,8 milioni l’anno. Dei 6 ex detenuti che hanno diritto al risarcimento (Joseph White, Thomas Winslow, Ada JoAnn Taylor, Debra Shelden, James Dean e Kathy Gonzalez), proprio White, quello che è riuscito ad ottenere la revisione del processo, non potrà beneficiarne, essendo morto in un incidente nel 2011. La Contea ritiene che, pur innalzando al massimo consentita dalla legge statale le tasse, avrà grossi problemi a reperire la cifra necessaria per il risarcimento, e prevede di chiedere aiuto allo stato.

 

altre news