USA - Ohio. La Corte d’Appello federale convalida il protocollo di esecuzione dello stato.

17 Settembre 2019 :

La Corte d’Appello federale convalida il protocollo di esecuzione dello stato. Lo ha fatto accogliendo il ricorso della pubblica accusa contro la sentenza di un giudice federale di primo grado che invece aveva accolto, seppure parzialmente, il ricorso di un detenuto del braccio della morte, Warren Henness. Henness contesta il primo dei tre farmaci del protocollo in vigore in Ohio, il Midazolam. Il Midazolam è un sedativo il cui compito sarebbe di rendere incosciente il detenuto prima che vengano iniettati i due farmaci mortali. Il Midazolam è stato adottato negli ultimi anni dopo che le case farmaceutiche hanno vietato la vendita dei barbiturici Pentothal e Pentobarbital alle Amministrazioni Penitenziarie. Porre restrizioni sul Midazolam è più difficile, poiché si tratta di un farmaco meno potente, dei precedenti, una semplice benzodiazepina, e quindi molto più diffuso. Ma la sua minore potenza sembra aver creato seri problemi nel corso di diverse esecuzioni. Il 14 gennaio 2019 il giudice federale Michael Merz, dopo una serie di udienze, ed aver ascoltato diversi esperti, aveva definito il protocollo in vigore in Ohio (basato su tre farmaci, con il Midazolam come primo farmaco) come “una via di mezzo tra il waterboarding e il fuoco chimico”. Il giudice Mertz aveva scritto: "Se l'Ohio giustizia Warren Henness secondo il suo attuale protocollo, quasi certamente lo sottoporrà a forti dolori e sofferenze inutili. Leggendo il linguaggio chiaro dell'Ottavo Emendamento, questo dovrebbe essere sufficiente per costituire una punizione crudele e inusuale". Il giudice Merz però non aveva accolto a pieno il ricorso di Henness perché una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 2015 stabiliva che il detenuto che contesta un protocollo di esecuzione deve contestualmente indicarne uno alternativo che sia “disponibile, fattibile, e che possa essere prontamente implementato”. (La sentenza era Glossip v. Gross, del 29/06/2015, un caso che riguardava un detenuto dell’Oklahoma ma ovviamente ha validità per tutto il territorio nazionale). La sentenza di Merz però era chiara, e per quanto il detenuto fosse in difetto non avendo presentato un metodo di esecuzione alternativo, il difetto da parte dello stato risultava ben più grave. Pochi giorni dopo (vedi 25 gennaio 2019) il Governatore DeWine rinviava di 6 mesi l’esecuzione di Henness, e infine il 19 febbraio (vedi) ordinava la sospensione a tempo indeterminato di tutte le esecuzioni in attesa che l’Amministrazione Penitenziaria elaborasse un nuovo protocollo. Contro la sentenza di Merz aveva fatto ricorso la pubblica accusa, che oggi ha ottenuto dalla Corte d’Appello del 6° Circuito una sentenza di segno contrario. Citando anche una recente sentenza della Corte Suprema Usa in un caso del Missouri (vedi Bucklew v. Precythe del 1° aprile 2019), la corte d’appello ha stabilito che la quantità di dolore che eventualmente il condannato potrebbe provare non è tale da rendere la procedura incostituzionale. L'avvocato di Henness, David Stebbins, dell’Ufficio del Federal Defender, ha criticato la sentenza in una dichiarazione rilasciata ai media. Ha scritto: "La Corte Distrettuale aveva emesso una sentenza di quasi 150 pagine al termine di una lunga udienza che aveva affrontato le complesse questioni mediche e scientifiche del protocollo di iniezione letale a 3 farmaci dell'Ohio con l’uso, rischioso, del sedativo Midazolam. Quella Corte aveva stabilito che la quantità di dolore andava oltre quanto consentito dalla Costituzione. Oggi, con una motivazione breve, la corte d’appello conclude che la corte distrettuale aveva sbagliato, nonostante si fosse basata sull’esaustiva testimonianza di alcuni dei maggiori esperti della nazione secondo cui il midazolam non può prevenire il dolore, e in effetti provoca un forte dolore paragonabile a "un metodo di tortura". La decisione del Sesto Circuito non riflette i fatti noti su come il protocollo a 3 farmaci agisce sul corpo umano ". L'appello di Henness faceva parte del contenzioso che riguardava tutti i detenuti nel braccio della morte dell'Ohio. Stebbins ha affermato che il suo ufficio non ha ancora deciso se fare ricorso al plenum della Corte d’Appello, o andare direttamente davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

 

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