21 Novembre 2025 :
19/11/2025 - USA. Report ACLU: gli errori giudiziari nei casi capitali
Un nuovo rapporto dell'ACLU denuncia le falle sistemiche alla base delle condanne a morte ingiuste
L'American Civil Liberties Union, probabilmente la più importante, storica, associazione per i diritti civili negli Stati Uniti, ha pubblicato oggi “Fatal Flaws: Innocence, Race and Wrongful Convictions” (Difetti fatali: innocenza, razza e condanne ingiuste), un nuovo rapporto che denuncia come il razzismo, l'errore umano e le falle sistemiche abbiano reso le condanne ingiuste, e in particolare quelle nei confronti di uomini di colore, una conseguenza inevitabile del sistema della pena di morte.
Fatal Flaws sottolinea il costo umano devastante e irrevocabile di un sistema imperfetto, che priva le persone di decenni di vita in attesa di un'assoluzione o, nel peggiore dei casi, costa la vita a persone innocenti. Nonostante la crescente opposizione dell'opinione pubblica alla pena di morte, quest'anno ci sono state più esecuzioni che in qualsiasi altro anno dell'ultimo decennio.
“Ogni condanna ingiusta rivela non solo un fallimento individuale, ma i modelli di ingiustizia sistemica insiti nella pena di morte stessa”, ha affermato Megan Byrne, avvocato senior dell'ACLU Capital Punishment Project. “La pena di morte è stata costruita su basi razziste, e quelle radici continuano a plasmare il suo funzionamento odierno. Se si combina questa storia con i pregiudizi umani e le pressioni politiche per ottenere condanne in casi di alto profilo, diventa chiaro perché le condanne a morte ingiuste non sono incidenti rari, ma il risultato prevedibile di un sistema fondamentalmente imperfetto che delude gli imputati e la comunità in generale. L'unico modo per prevenire le condanne ingiuste è porre fine alla pena di morte una volta per tutte”.
Da quando è iniziata l'era moderna della pena di morte nel 1973, almeno 200 persone sono state scagionate dal braccio della morte in tutti gli Stati Uniti, e almeno altre 21 persone che probabilmente erano innocenti sono state giustiziate. Il rapporto esamina i fattori che hanno portato a queste condanne ingiuste e mette in evidenza le storie umane che si celano dietro di esse, tra cui quella di Glynn Simmons, che ha trascorso 48 anni in carcere ingiustamente, la più lunga incarcerazione ingiusta conosciuta nella storia degli Stati Uniti.
I risultati principali del rapporto includono: La condotta scorretta da parte della polizia o dei pubblici ministeri, tra cui la coercizione dei testimoni, l'occultamento di prove a discarico, la falsificazione di rapporti o l'approvazione della falsa testimonianza, è il fattore più comune nelle condanne ingiuste alla pena di morte, in particolare per le persone di colore. Il rapporto evidenzia alcune contee note per questo tipo di condotta scorretta.
Le false testimonianze o le false dichiarazioni si verificano in quasi il 70% dei casi di condanne a morte ingiuste e sono il fattore più comune per i prosciolti (nel lessico statunitense, vengono definiti “esonerati” o “prosciolti” coloro che vengono condannati a morte e solo in un secondo tempo, spesso dopo molti anni, riescono ad ottenere prima un annullamento della condanna, e poi una assoluzione) di colore e latini.
L'errata identificazione da parte di testimoni oculari ha contribuito a 1 su 5 condanne a morte ingiuste. Le identificazioni errate sono particolarmente probabili quando il testimone e il sospettato sono di razza diversa.
Prove forensi inaffidabili giocano un ruolo in circa 1 caso su 3 di assoluzione. Molte tecniche forensi screditate, come l'analisi dei segni dei morsi, e dei capelli, continuano ad essere utilizzate nei casi di pena di morte e portano a condanne ingiuste.
Il pregiudizio razziale nella selezione della giuria popolare mette gli imputati in una posizione di svantaggio. La scelta da parte della pubblica accusa di puntare ad una condanna a morte, e il pregiudizio razziale che porta all'esclusione dei giurati di colore producono giurie inclini a condanne che non rappresentano la comunità.
Il rapporto invita i parlamentari e i dirigenti statali ad abrogare la pena di morte, ampliare le possibilità di ricorso post-condanna, garantire giurie popolari eque e diversificate, creare rimedi significativi e sostegno riparatorio per le persone che sono state condannate ingiustamente e rafforzare le commissioni esecutive di clemenza e revisione dell'innocenza.
“Fatal Flaws: Innocence, Race and Wrongful Convictions” è il secondo volume di una serie in più parti sulla pena di morte.
Il primo volume, Fatal Flaws: Revealing the Racial and Religious Gerrymandering of the Capital Jury (Difetti fatali: rivelare la manipolazione razziale e religiosa della giuria popolare capitale), espone come il processo di “qualificazione alla pena di morte” distorca le giurie popolari nei processi capitali.










