USA - Texas. Azione disciplinare contro l’ex viceprocuratore Daniel Rizzo

11 Giugno 2019 :

Azione disciplinare contro l’ex viceprocuratore Daniel Rizzo. La richiesta è stata formulata da John Raley, che nei mesi scorsi era stato nominato “Special Prosecutor” nella Harris County, ed aveva ricevuto l’incarico di riesaminare il caso di Alfred Dewayne Brown. Il 3 maggio 2019 (vedi) Il giudice George Powell della Harris County aveva ratificato la “Dichiarazione di Effettiva Innocenza” per Brown. Powell aveva formalizzato la dichiarazione che era stata presentata il 1° marzo (vedi) dalla procuratrice distrettuale della Harris County Kim Ogg. Brown, oggi 37 anni, nero, era stato condannato a morte nella Harris County il 25 ottobre 2005 (vedi) con l’accusa di aver partecipato ad una rapina nel corso della quale, il 3 aprile 2003, erano rimaste uccise 2 persone, il poliziotto Charles R. Clark, 45 anni, e la commessa di un negozio, Alfredia Jones, 27 anni. All’epoca del processo Brown sosteneva di essere stato a casa con la fidanzata, e di aver fatto una telefonata. Il tabulato di questa telefonata è stato ritrovato solo nel 2013, a casa di un detective della squadra omicidi che si preparava a traslocare. Dopo il ritrovamento del tabulato lo stesso giudice che aveva condannato Brown aveva sollecitato la corte d’appello a rivedere rapidamente il caso, e l’allora procuratrice della Harris County, Devon Anderson, aveva dato parere favorevole. Il 5 novembre 2014 (vedi) la Corte d’appello di stato aveva annullato il verdetto di colpevolezza di Brown, riconoscendo che si trattava di quello che in gergo si chiama “Brady case”, ossia il comportamento omissivo da parte della pubblica accusa che secondo la legge dovrebbe passare alla difesa anche le eventuali notizie positive riscontrate durante l’indagine. La procuratrice distrettuale Anderson, attenuando le responsabilità del suo predecessore Dan Rizzo, e definendone il comportamento omissivo “un errore, non un atto intenzionale, l’8 giugno 2015 (vedi) aveva formalizzato la sua decisione di non tentare di riprocessare Brown. In quell’occasione aveva dichiarato: “Abbiamo reinterrogato tutti i testimoni, abbiamo ricontrollato tutte le prove, e siamo giunti alla conclusione che non abbiamo elementi sufficienti per sostenere la colpevolezza di Brown oltre il ragionevole dubbio. Quindi, come prevede la legge, ritiro le accuse contro il signor Brown e ne chiedo la scarcerazione”. Poche ore dopo, dopo 12 anni di carcere, 10 dei quali nel braccio della morte, Brown era stato scarcerato. Il ritiro delle imputazioni però, per la legge del Texas, equivale in un certo senso ad una assoluzione per insufficienza di prove, e non dà diritto al risarcimento da parte dello stato, che in questo caso viene valutato in quasi 2 milioni di dollari. Con la dichiarazione di “actual innocence” Brown, che nel 2015 era stato aggiunto con il n° 154, alla sua lista degli “esonerati” dal braccio della morte del Death Penalty Information Center, ha potuto avviare la causa di risarcimento. Nel 2018, dopo che era stata accertata l’esistenza del tabulato telefonico che scagionava Brown, era stata la procuratrice Distrettuale della Harris County attualmente in carica, Kim Ogg, ad avviare l’azione disciplinare, oggi confermata dal procuratore speciale Raley. Come è noto negli Usa i rappresentati della pubblica accusa appartengono all’ordine degli avvocati, e per tanto una azione disciplinare viene intentata davanti alla Texas State Bar, l’associazione professionale degli avvocati. Rizzo, che si è difeso dicendosi all’oscuro di tutto, e facendo notare che all’epoca aveva solo 27 anni, rischia di perdere la licenza professionale di avvocato. Per quanto il Texas sia uno degli stati con la più dura politica penale, non è la prima volta che un pubblico ministero viene sanzionato per non aver rispettato i diritti della difesa.

 

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