esecuzioni nel mondo:

Nel 2024

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Dal 2000 a oggi

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legenda:

  • Abolizionista
  • Mantenitore
  • Abolizionista di fatto
  • Moratoria delle esecuzioni
  • Abolizionista per crimini ordinari
  • Impegnato ad abolire la pena di morte

CONGO (Repubblica Democratica del)

 
governo: Repubblica
stato dei diritti civili e politici: Non libero
costituzione: 18 febbario 2006
sistema giuridico: si basa su quello belga e francese
sistema legislativo: bicamerale, composto da Assemblea Nazionale e Senato
sistema giudiziario: Corte Costituzionale, Corte d’Appello o Corte di Cassazione; Consiglio di Stato; Sistema Giudiziario Marziale, tribunali militari e civili
religione: 50% cattolici, 20% protestanti, 10% Kimbanguist, 10% musulmani, 10% minoranze animiste e altre credi indigeni
metodi di esecuzione: plotone d'esecuzione impiccagione
braccio della morte: 330-500 (www.deathpenaltyworldwide.org)
Data ultima esecuzioni: 7-1-2003
condanne a morte: 14
Esecuzioni: 0
trattati internazionali sui diritti umani e la pena di morte:

Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici

Primo Protocollo Opzionale al Patto

Convenzione sui Diritti del Fanciullo

Convenzione contro la Tortura ed i Trattamenti e le Punizioni Crudeli, Inumane o Degradanti

Statuto della Corte Penale Internazionale (esclude il ricorso alla pena di morte)


situazione:
Nel gennaio 2013, la Repubblica Democratica del Congo ha superato i dieci anni senza effettuare esecuzioni, divenendo così un Paese abolizionista di fatto.
Sono reati capitali omicidio aggravato, rapina aggravata, tradimento, spionaggio, reati contro lo stato e reati militari, genocidio.
L’attuale Costituzione della Repubblica Democratica del Congo, in vigore da inizio 2006, riconosce il “diritto alla vita” e la “natura inviolabile dell’essere umano”. La proposta di abolire esplicitamente la pena di morte fu respinta dal Parlamento nazionale nella fase di elaborazione del testo, nel 2005. Un altro disegno di legge per l’abolizione della pena di morte è stato respinto dall’Assemblea nazionale congolese il 25 novembre 2010.
Il 23 settembre del 2002 la Repubblica Democratica del Congo ha messo fine a una moratoria legale delle esecuzioni annunciata il 10 dicembre 1999 dall’allora Ministro per i Diritti Umani Leonard She Okitundu.
Le ultime esecuzioni sono avvenute il 7 gennaio 2003, quando 15 persone condannate a morte dalla Corte d’Ordine Militare (COM) sono state giustiziate in segreto in un accampamento militare alla periferia della capitale Kinshasa.
La Corte d’Ordine Militare è stata soppressa il 24 aprile 2003. Dalla sua istituzione ha ordinato l’esecuzione di circa 200 persone.
Il 28 giugno 2003, in occasione di un incontro con una delegazione di Nessuno tocchi Caino in missione nel Paese, il Presidente Joseph Kabila aveva dichiarato che non avrebbe giustiziato nessuno, neanche gli assassini di suo padre Laurent già condannati a morte. Da allora, numerose condanne a morte sono state comminate da tribunali ordinari e militari, ma nessuna è stata eseguita. Alla fine del 2011, il Presidente Joseph Kabila è stato rieletto per un secondo mandato di cinque anni.
Il 30 e 31 marzo 2012, in occasione della conferenza interregionale che si è tenuta a Kinshasa contro la pena di morte in Africa centrale, organizzata da “Ensemble contre la peine de mort” (ECPM) e dall’Associazione congolese “Culture pour la paix et la justice”, il Ministro degli Esteri della RDC, Alexis Thambwe Mwamba, ha annunciato ufficialmente che il suo Paese si stava avviando a stabilire una moratoria “irreversibile” delle esecuzioni. Il Ministro della Giustizia, Luzolo Bambi Lessa, da parte sua, ha dichiarato di essere a favore di una abolizione “responsabile” nel quadro di una riforma del sistema penale congolese volta ad assicurare la certezza della pena.
Nel 2016, nella Repubblica Democratica del Congo sono state emesse almeno 93 nuove sentenze capitali, secondo Amnesty International. Erano state 28 nel 2015.
Nel 2017, nella Repubblica Democratica del Congo sono state emesse almeno 12 nuove sentenze capitali, secondo Nessuno tocchi Caino, tutte da parte di tribunali militari. Secondo Amnesty International ci sono state 22 nuove condanne a morte nel corso del 2017.

Nella Repubblica Democratica del Congo le condanne a morte sono generalmente commutate in ergastolo.
Il 22 luglio 2016, il Presidente della Repubblica democratica del Congo Joseph Kabila ha commutato in ergastolo le sentenze di tutti i detenuti del braccio della morte e tutte le condanne all’ergastolo in 20 anni di reclusione. L'amnistia è stata concessa solo a persone condannate con decisione diventata definitiva al 30 giugno 2016. Il Presidente ha anche ordinato il rilascio di tutti i prigionieri di sesso femminile, portatori di handicap, di 65 anni o oltre, di 30 anni o meno o che sono stati condannati a meno di tre anni, con l'eccezione di latitanti e persone condannate per reati gravi come stupro, omicidio, corruzione, tradimento e genocidio. L'atto presidenziale di clemenza è stato la realizzazione di uno degli annunci fatti dal Governo della RDC a Oslo, Norvegia, in occasione del 6° Congresso mondiale contro la pena di morte del 21-23 giugno 2016 tramite il Vice Ministro della Giustizia. In effetti, il Governo congolese si era impegnato a commutare tutte le condanne a morte in ergastolo, a votare a favore della risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni alle Nazioni Unite nel dicembre 2016 e a esaminare il progetto preliminare di nuovo codice penale congolese che non lo prevede la pena capitale. "Queste decisioni sono volte a creare un clima politico di fiducia e di coesione nazionale, in particolare nel contesto del dialogo politico nazionale e inclusivo", ha dichiarato la Coalition Contre la Peine de Mort en République Démocratique du Congo (CCPM-RD).

Le Nazioni Unite
Il 29 aprile 2014, la RDC è stata riesaminata nell’ambito della Revisione Periodica Universale del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. La delegazione del Paese ha respinto le raccomandazioni per abolire la pena di morte per legge e ratificare il Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR). A questo proposito, il Governo ha osservato che, anche se la pena di morte rimane sancita dal diritto positivo interno, la RDC osserva una moratoria de facto e la pena di morte non è stata attuata per 11 anni.

Il 16 dicembre 2020, some nel 2008 e 2016, la Repubblica Democratica del Congo è risultata assente al momento del voto sulla Risoluzione pro moratoria durante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Mentre nel 2014 e 2018 la Repubblica Democratica del Congo si era astenuta sulla Risoluzione per una Moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

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