BIELORUSSIA: GIUSTIZIATI I DUE ACCUSATI DELL’ATTENTATO ALLA METROPOLITANA DI MINSK

Vladislav Kovalyov e Dmitry Konovalov

19 Marzo 2012 :

l’agenzia di stampa bielorussa BelTa ha reso noto che le due persone condannate a morte per il loro ruolo nell’attentato dinamitardo alla metropolitana della capitale Minsk nell’aprile 2011, Vladislav Kovalyov e Dmitry Konovalov, sono state giustiziate. L’esecuzione sarebbe avvenuta alcuni giorni fa mediante fucilazione. Il 17 marzo, la Bielorussia aveva informato la madre di Vladislav Kovalyov che il figlio era stato giustiziato. "Ho ricevuto una notifica che dice che il verdetto era stato eseguito", ha detto ai giornalisti Lyubov Kovalyova, madre del ragazzo giustiziato. La breve lettera, firmata dal vice presidente della Corte Suprema, diceva: "La informo che la sentenza della Corte Suprema della Repubblica di Bielorussia del 30 novembre 2011 relativa a suo figlio, Vladislav Kovalyov Yuryevich, è stata eseguita". La lettera aveva un timbro postale del 16 marzo, ha detto la signora Kovalyova, sottolineando: "La comunicazione è stata data dalla Corte Suprema il 16 marzo. Di conseguenza, possono averlo fucilato prima di allora. Forse, il 15 marzo." La lettera diceva anche alla signora Kovalyova che poteva acquisire un certificato di morte del figlio, ma non faceva nessun accenno alla eventualità di recuperarne il corpo. La Bielorussia è l'unico Paese in Europa che ha ancora la pena di morte. I prigionieri sono informati della loro esecuzione solo un momento prima che sia effettuata. In genere, i condannati vengono giustiziati con un colpo alla nuca. I corpi sono sepolti in tombe senza nome in luoghi che vengono tenuti segreti alla famiglia e agli amici. L'attacco alla metropolitana di Minsk, avvenuto l’11 aprile 2011, causò la morte di 15 persone e il ferimento di altre centinaia. Kovalev e Dmitry Konovalov, entrambi di 26 anni, sono stati condannati per l'attentato il 30 novembre 2011. Nella sentenza, la Corte Suprema ha descritto i due uomini come "appassionati di esplosivi", aggiungendo che essi avrebbero costituito un "pericolo eccezionale per la società". Lyubov Konovalova ha continuato a rivendicare l’innocenza di suo figlio e ha accusato le autorità bielorusse di aver tentato di "addossare sui nostri figli i crimini del regime". Il 14 marzo, il presidente Alexander Lukashenko aveva rifiutato la grazia ai due ragazzi nonostante le numerose richieste giunte dai governi occidentali e dai gruppi per i diritti umani di non eseguire la condanna a morte. La responsabile della politica estera dell'Unione europea Catherine Ashton ha criticato le esecuzioni. In un comunicato emesso il 18 marzo dal suo portavoce, la Ashton ha dichiarato che è "consapevole dei terribili crimini di cui i due uomini sono stati accusati e i suoi pensieri vanno alle vittime e alle loro famiglie", ma allo stesso tempo "fa notare che ai due imputati non era stato concesso un giusto processo, incluso il diritto di difendersi". "Pertanto, l'Alto rappresentante invita la Bielorussia, l'unico Paese in Europa che ancora la applica, ad aderire a una moratoria globale sulla pena di morte come primo passo verso la sua abolizione universale.”
 

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