GIAPPONE: EX MINISTRO GIUSTIZIA RAMMARICATO PER RIPRESA ESECUZIONI

Hideo Hiraoka, ex Ministro della Giustizia

19 Aprile 2012 :

l’ex ministro della Giustizia giapponese Hideo Hiraoka ha espresso rammarico per la ripresa delle impiccagioni dello scorso mese, dopo una sospensione delle esecuzioni durata 20 mesi.
“Mi dispiace che lo scorso mese abbiano avuto luogo delle esecuzioni senza che ci sia stato alcun dibattito…sul modo di applicare la pena di morte e sul trattamento dei condannati a morte in Giappone”, ha detto Hiraoka, restato in carica per quattro mesi fino a gennaio, in un simposio organizzato dalla Delegazione della Ue in Giappone e dall’Istituto della Ue in Giappone presso la Waseda University di Tokyo.
In Giappone tre prigionieri sono stati impiccati il 29 marzo su disposizione dell’attuale ministro della Giustizia Toshio Ogawa. Le ultime due esecuzioni risalivano a luglio 2010 ed erano state approvate dall’allora ministro della Giustizia Keiko Chiba.
Il 9 marzo – 20 giorni prima delle impiccagioni – Ogawa ha deciso di interrompere i lavori della commissione di studio sulla pena di morte, interna al Ministero della Giustizia, che secondo lo stesso Ogawa aveva già esaminato gli argomenti a favore e contro la pena capitale.
Hiraoka ha detto: “Sono dispiaciuto che la situazione del sistema capitale sia tornata a quella precedente alla costituzione del gruppo di studio”.
Considerato il trend internazionale verso l’abolizione della pena di morte “il Giappone appare sempre più isolato”, ha sottolineato.
“Noi giapponesi abbiamo bisogno di avviare un dibattito sulla pena di morte, tenendo conto del trend a livello internazionale”. “Lo ritengo essenziale per realizzare il nostro ideale costituzionale di ‘solida e onorevole posizione nella comunità internazionale’”, ha aggiunto.
La Federazione Giapponese degli Avvocati ha ufficialmente chiesto al Governo di avviare un pubblico dibattito sull’abolizione e di sospendere nel frattempo le esecuzioni.
Yuichi Kaido, segretario generale della Federazione, ha dichiarato che gli Avvocati potrebbero esprimersi a favore dell’abolizione dopo un intenso dibattito interno, considerato che la maggior parte dei membri ritiene che una esecuzione equivalga all’assassinio di una persona.
La Federazione sta lavorando per introdurre un sistema in cui le condanne a morte vengano emesse dalle giurie all’unanimità.
Le giurie sono costituite da tre giudici togati e sei giudici popolari. In base al sistema attuale, i verdetti vengono stabiliti a maggioranza condizionata, che deve cioè comprendere un giudice togato.
“E’ incredibile che una condanna a morte possa essere emessa con una maggioranza di 5 contro 4”, ha detto Kaido.
Tra i partecipanti all’evento c’era anche Seiken Sugiura, ministro della Giustizia dal 2005 al 2006 per il Partito Liberal-Democratico, che non ordinò nessuna esecuzione negli 11 mesi in cui fu in carica.
“Sono convinto che alla fine la pena di morte in Giappone sarà abolita perché è un Paese democratico e uno stato di diritto, inoltre la gente ha un livello non basso di consapevolezza circa i diritti umani”, ha detto Sugiura.
 

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