IRAN - È morta Sahar khodayari, soprannominata dalla stampa occidentale “Blue Girl”

15 Novembre 2019 :

È morta Sahar khodayari, soprannominata dalla stampa occidentale “Blue Girl”, la tifosa di calcio che la scorsa settimana si era data fuoco fuori da un tribunale di Teheran. La notizia è riportata dall’agenzia di news iraniana Shafaghna. In Iran, per una legge in vigore dal 1981, le donne non possono assistere alle partite di calcio. I fatti risalgono allo scorso 12 marzo, quando la giovane donna, identificata dalla stampa come Sahar Khodayari pur di tifare per la propria squadra, l’Esteghlal allenata da Andrea Stramaccioni, si era introdotta nello stadio Azadi di Teheran travestendosi da uomo per assistere ad una partita della sua squadra contro una formazione degli Emirati Arabi. Felice, si era anche ritratta nello stadio con un selfie, per il quale è stata poi soprannominata 'the blue girl'. Non era stata l’unica a usare il travestimento per forzare il divieto. Altre ragazze hanno fatto lo stesso tentativo, diffondendo poi le loro foto come forma di sensibilizzazione dell’opinione pubblica mondiale. Ma “Blue Girl” è stata arrestata e portata nel carcere femminile di Gharchak Varamin a sud di Teheran, ritenuto tra i peggiori in termini di condizioni di vita. È rimasta in carcere 3 giorni, e poi rilasciata in libertà provvisoria su cauzione. Il Guardian ha scritto che quando, il 1° settembre, si era presentata in tribunale per il processo, aveva scoperto che l’udienza era stata rimandata perché il giudice aveva avuto un’emergenza familiare. Quel giorno però aveva sentito dire da qualcuno in tribunale che sarebbe stata condannata a un periodo di carcere compreso tra sei mesi e due anni. Secondo altre fonti, quel giorno si era recata in Procura per riavere il suo cellulare, e le è stato detto che avrebbe dovuto scontare una condanna a sei mesi per oltraggio al pudore. Di fatto, all’uscita si era data fuoco. Nella notte tra il 9 e il 10 settembre è morta per le conseguenze delle gravi ustioni. Ali Karimi, ex giocatore iraniano del Bayern Monaco che nella sua carriera ha giocato 127 partite per la nazionale, ha invitato tutti i tifosi iraniani di calcio a boicottare gli stadi come segno di protesta per la morte di Khodayari. Andranik “Ando” Teymourian, calciatore iraniano armeno e primo cristiano a essere capitano della nazionale iraniana, ha scritto in un tweet che bisognerebbe dare il nome di Khodayari a uno dei principali stadi di Teheran. Masoud Shojaei, attuale capitano dell’Iran, ha detto che il divieto per le donne di entrare allo stadio è ormai «vecchio» e sarebbe da cambiare. Il ministro dell’Informazione iraniano, Mohammad-Javad Azari Jahromi, ha descritto invece la morte di Khodayari come un «amaro incidente». In una lettera aperta alla Fifa diciotto note attiviste iraniane, tra le quali il premio Nobel Shirin Ebadi, avevano chiesto di intervenire sulla vicenda dello stadio. Chiedevano proprio alla Fifa di rispettare i suoi principi, e ritenere l’Iran responsabile della violazione dell’articolo 4 in cui si afferma che la discriminazione di qualsiasi tipo “è severamente vietata e punibile con la sospensione o l’espulsione”. La Commissione delle Donne del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniano nell’esprimere le più sentite condoglianze ai familiari e agli amici di Sahar, chiede fortemente alla comunità internazionale di difesa dei Diritti delle donne e dei Diritti umani di condannare senza alcun indugio la politica misogina della dittatura al potere in Iran contro le donne iraniane. Ogni silenzio o lassismo incita il regime a perpetuare i suoi crimini.

 

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