ONU: ESECUZIONI SEGRETE IN IRAN

19 Ottobre 2011 :

secondo un Rapporto delle Nazioni Unite, centinaia di prigionieri sono stati giustiziati di nascosto in Iran. Il Rapporto descrive dettagliatamente una serie di violazioni dei diritti umani, tra cui torture e detenzioni in isolamento, inflitte ad attivisti, giornalisti e avvocati difensori di donne.
Il Rapporto, la cui uscita è prevista questa settimana, è stato redatto da Ahmed Shaheed, Osservatore Speciale dell’Onu sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica Islamica dell’Iran.
Nel Rapporto si legge che in Iran, nel 2011, ci sono state finora almeno 200 esecuzioni “ufficiali” e almeno 146 segrete, avvenute nella prigione della città orientale di Mashhad e che l’anno scorso almeno 300 persone sono state giustiziate segretamente. Dopo le elezioni presidenziali del 2009 centinaia di attivisti politici, giornalisti, studenti, registi, ambientalisti, avvocati, sostenitori dei diritti delle donne, membri di minoranze etniche e religiose e cittadini accusati di avere legami con paesi occidentali sono stati rinchiusi nelle prigioni iraniane.
Nonostante il governo di Mahmoud Ahmadinejad abbia rilasciato alcuni prigionieri, circa 500 attivisti rimangono detenuti. Hadi Ghaemi, direttore della Campagna Internazionale per i Diritti Umani in Iran, ha dichiarato che le persone giustiziate nella prigione di Vakilabad a Mashhad erano state accusate di reati che altrove non comporterebbero la pena di morte. “Il governo iraniano sostiene che si tratti di reati di droga, ma non fornisce i nomi e quindi non c’è modo di sapere la verità”, ha detto Ghaemi.
Secondo il Rapporto più di 100 iraniani al di sotto dei 18 anni si trovano nel braccio della morte, nonostante l’esecuzione di minorenni sia vietato dalle convenzioni internazionali, come la Convenzione sui diritti del Fanciullo, cui anche l’Iran ha aderito.
Shaheed, ex ministro degli esteri delle Maldive, il primo agosto ha iniziato la sua missione per le Nazioni Unite. Il 19 ottobre presenterà i risultati del suo lavoro all’Assemblea Generale dell’ONU.
Essendogli stato negato l’ingresso in Iran, Shaheed ha raccolto le informazioni per il Rapporto da organizzazioni umanitarie locali e internazionali, oltre che da testimoni e parenti di detenuti.
Nelle 21 pagine del documento vengono trattati più di cinquanta casi specifici, compresi la detenzione in isolamento e tortura di noti giornalisti e attivisti.
 

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