Un giudice del Libano ha annullato il 20 febbraio 2020 la condanna a morte di Tarek Houshieh, che era stato riconosciuto colpevole dello stupro e omicidio della dipendente dell'ambasciata britannica Rebecca Dykes, avvenuti nel dicembre 2017.

Un tribunale di Attock, nel Punjab pakistano, il 20 febbraio 2020 ha condannato a morte un uomo, Hanook Masih, per aver ucciso cinque membri di una famiglia nel villaggio di Jatial, presso la città di Hazro, il 14 giugno 2018.

L’Alta Corte di Ikeja il 16 dicembre 2019 ha condannato all’impiccagione due uomini per l'omicidio di Alhaja Sikirat Ekun, 62 anni, donna d'affari e membro del Partito Democratico Popolare (PDP).

Sun Xiaoguo, coinvolto in Cina in diversi casi di alto profilo, è stato giustiziato il 20 febbraio 2020 nella provincia sud-occidentale dello Yunnan.

Una speciale corte antiterrorismo di Lahore il 19 febbraio 2020 ha condannato a morte tre uomini in relazione all'attacco suicida del 2014 al confine di Wagah.

Concludendo il processo in poco più di un mese, un tribunale speciale dello Stato indiano di Telangana il 30 gennaio 2020 ha condannato a morte tre imputati per aver violentato e ucciso una donna Dalit l'anno scorso. Il tribunale ha inoltre inflitto una multa totale di 26.000 Rupie.

Due fratelli della provincia delle Midlands, in Zimbabwe, sono stati condannati all’impiccagione per aver ucciso un tassista a Bulawayo e il proprietario di un negozio a Inyathi nel Matabeleland Nord per rubare loro proprietà per un valore superiore a 6.000 dollari USA.

Il Ministero degli Interni dell’Arabia Saudita il 4 febbraio 2020 ha rilasciato una dichiarazione relativa all’avvenuta esecuzione di un cittadino saudita, Hamoud bin Muhammad bin Mughram Al Nahid Asiri.

Un tribunale dello Stato indiano di Tripura il 13 febbraio 2020 ha condannato a morte due uomini per lo stupro e omicidio di una ragazza di 15 anni nel dicembre dello scorso anno.

Le autorità egiziane hanno giustiziato cinque persone della stessa famiglia che erano state condannate per aver rapito e ucciso una bambina di quattro anni, ha riportato Middle East Monitor il 5 agosto 2019.

Nascondere intenzionalmente o riportare in modo errato i sintomi legati al coronavirus costituisce un reato che potrebbe comportare la pena di morte, secondo un avviso emesso il 15 febbraio 2020 da un tribunale cinese.

Il Ministero degli Interni dell’Arabia Saudita il 30 gennaio 2020 ha diffuso un comunicato dando notizia dell’avvenuta esecuzione di una donna di nome Aisha Ahmed Omar Bahasin, di nazionalità yemenita, che era stata riconosciuta colpevole dell’omicidio del marito.