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Un condannato a morte per furto sta per essere giustiziato, Chongqing, 17 novembre 2004 |
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CINA. “NO ALLE CONDANNE A MORTE FACILI”
19 luglio 2005: le autorità cinesi hanno invitato i propri tribunali alla massima prudenza prima di emettere condanne a morte, considerati gli errori giudiziari recentemente venuti alla luce nel Paese.
“Nella gestione di casi capitali, i Tribunali del Popolo dovrebbero attenersi alle procedure in ogni circostanza”, ha detto in occasione di un meeting Cao Jianming, vice-presidente della Corte Suprema del Popolo.
Le autorità hanno anche lanciato una campagna contro le torture praticate dalla polizia nel corso degli interrogatori.
Da parte loro, i media cinesi hanno dato notevole rilievo al caso di She Xianglin, un uomo liberato lo scorso aprile dopo aver trascorso 11 anni in galera per un omicidio che non ha commesso.
Originario dell’Hubei, She era stato accusato di aver ucciso la moglie, ripresentatasi tempo dopo viva e vegeta, oltre che in compagnia di un nuovo marito. Per ottenere una falsa confessione – ha denunciato She – la polizia ha fatto ricorso alla tortura. Lo studio di questo caso è adesso diventato obbligatorio per i pubblici ministeri cinesi. (Fonti: Reuters News, 20/07/2005)
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