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IRAN. SU GIORNALE RIFORMISTA APPELLO PER SOSPENSIONE ESECUZIONI
30 settembre 2008: il quotidiano riformista iraniano Kargozaran ha pubblicato un appello rivolto al Capo dell’apparato giudiziario, affinché sospenda le esecuzioni di sei attivisti curdi.
Firmata da “oltre 1.400 attivisti politici, culturali e sociali”, la lettera chiede all'Ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi di “sospendere immediatamente le esecuzioni” di Farzad Kamangar, Fahrad Vakili, Ali Heidarian, Arsalan Oliai, Anvar Hossein Panahi e Habibollah Latifi, rinchiusi nei bracci della morte della Repubblica Islamica dopo essere stati condannati a morte negli ultimi mesi.
Gli ultimi due hanno presentato ricorso e sono in attesa della sentenza d'appello.
Tutti e sei sono stati condannati a morte con l’accusa di appartenere o sostenere il Pjak, gruppo armato affiliato al turco Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan.
Ma i loro legali affermano che si tratta di accuse false e che i loro difesi sono semplicemente attivisti civili.
'Hanno accusato il mio cliente di trasportare esplosivi - dice Khalil Bahramian, avvocato di Kamangar - e lo hanno torturato nella prigione di Kermanshah. In realta' e' solo un insegnante interessato alla difesa dell'ambiente e dei diritti umani'. Kamangar e' in carcere gia' da due anni, essendo stato arrestato nell'estate del 2006 insieme a Vakili e Heidarian.
'Quelli che lo hanno condannato - aggiunge il legale - non si possono considerare veri giudici, ma semplici esecutori degli ordini delle forze di sicurezza'.
'E' ridicolo - afferma Nehmat Ahmadi, avvocato di Panahi e Latifi - che si possa condannare a morte un prigioniero politico. Non siamo nel Medio Evo e la nostra Costituzione afferma che ognuno e' libero di esprimere le proprie opinioni'.
I Curdi sono in Iran circa 12 milioni, cioe' il 15% della popolazione. Secondo le organizzazioni a difesa dei diritti umani la repressione in Iran degli attivisti politici curdi si va intensificando, con uso di tortura e processi arbitrari.
Intanto il 29 settembre un altro ragazzo è stato impiccato nella città iraniana di Kermanshah per un crimine che avrebbe commesso da minorenne.
Si tratta di Homayon Shabestari, 21 anni, giustiziato in prigione per fatti risalenti al 2005. (Fonti: ANSA, NCR-Iran.org, 30/09/2008)
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