MALESIA: MINISTRO CONTRO LA PENA CAPITALE
29 agosto 2010: un ministro malese ha invitato il proprio governo ad abolire la pena di morte. L’appello di Nazri Aziz, ministro nel Dipartimento del Primo Ministro malese, giunge nel mezzo di un dibattito sulle esecuzioni capitali – effettuate in Malesia mediante impiccagione – dopo che il governo di Kuala Lumpur lo scorso mese ha chiesto clemenza a Singapore per un trafficante di droga malese condannato a morte nella città-stato.
Sia la Malesia che Singapore hanno delle severe leggi anti-droga e raramente chiedono clemenza per propri cittadini condannati a morte nell’altro Paese per narcotraffico.
“Se è sbagliato togliere la vita a qualcuno, allora neanche il governo dovrebbe farlo”, ha dichiarato al giornale Sunday Star il ministro Aziz.
“Nessun sistema penale è perfetto. Si può togliere la vita ad una persona e scoprire a distanza di anni che il crimine era stato commesso da un altro. A quel punto che si può fare?” ha osservato Aziz, che nell’esecutivo si occupa di questioni legali.
I locali attivisti per i diritti umani da tempo fanno campagna contro la pena di morte, che in Malesia è obbligatoria per crimini come l’omicidio, traffico di droga e possesso di armi da fuoco.
Lo scorso mese la Malesia ha chiesto a Singapore la grazia per Yong Vui Kong, 22 anni, condannato a morte per aver introdotto nel 2008 in quel Paese 47 gr di eroina.
Il caso ha suscitato molto interesse nei due paesi e le associazioni per i diritti umani si sono mobilitate affinché la vita del giovane venga risparmiata.
Yong, arrestato all’età di 19 anni, si è dichiarato pentito ed ha promesso di fare campagna contro le sostanze stupefacenti. (Fonti: Afp, 29/08/2010)
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