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WASHINGTON (USA): MANIFESTAZIONE CONTRO LA PENA DI MORTE

18 gennaio 2012: 14 attivisti sono stati arrestati il 17 gennaio a Washington per aver manifestato contro la pena di morte davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 35° anniversario dell’esecuzione di Gary Gilmore.
Alla 10 in punto, la stessa ora in cui Gilmore fu fucilato nello Utah il 17 gennaio 1977, un gruppo di circa 100 attivisti e simpatizzanti di AAC (Abolitionist Action Committee) hanno srotolato un striscione di 10 metri con su scritto “STOP EXECUTIONS!” sulla scalinata della Corte Suprema, a ricordare la sentenza della stessa Corte Suprema che il 2 luglio 1976 reintrodusse la pena di morte negli Usa.
La scalinata è considerata parte integrante di un “edificio federale”, e una legge federale vieta “cortei o assembramenti” in tali luoghi.
14 attivisti sono stati arrestati, e sono comparsi il giorno dopo davanti ad un giudice che ha confermato le imputazioni, ne ha disposto la scarcerazione e fissato una udienza per l’8 febbraio, quando sarà decisa la data del processo. Il gruppo di arrestati comprende diversi familiari di vittime, alcuni familiari di detenuti, e leaders del movimento abolizionista. Uno dei partecipanti era Randy Gardner, fratello di Ronnie Lee Gardner, giustiziato come Gilmore in Utah per fucilazione. “Mio fratello è stato giustiziato il 18 giugno 2010 dallo stesso stato e con lo stesso sistema di Gilmore. Credevo allora, e credo oggi, che la pena di morte sia moralmente sbagliata. Sono qui per aiutare il processo abolizionista protestando in ogni modo o forma”. Ha poi aggiunto quelle che sono state le ultime parole di Gilmore: “Let’s do it", “Facciamolo”.
5 dei 14 arrestati non avevano documenti al momento del fermo, tutti si sono identificati davanti alla polizia con “Sono Troy Davis”. Uno di questi 5, Scott Langley, ha così spiegato il suo gesto: “Sulla scia dell’esecuzione di Troy Davis lo scorso settembre, ho sentito fosse necessario riportare il nome di Troy di nuovo qui davanti alla Corte Suprema, perché si ricordino della vergogna di non aver fermato l’esecuzione di un innocente. Volevo anche che il nome di Troy Davis rimanesse scritto per sempre, come alias, sul mio certificato penale, per ricordare a me stesso quello che il nostro sistema giudiziario è capace di fare”.
3 dei 5 uomini che hanno dichiarato di essere Troy Davis sono stati rilasciati in serata assieme alle 6 donne arrestate per la protesta. 2 uomini sono stati tenuti per la notte in prigione perché, non avendo alcun tipo di precedente penale, la polizia non li ha potuti identificare attraverso le impronte digitali. I due, Daniel Flynn 3 Jon Dunn, sono stati portati davanti a un giudice ammanettati mani e piedi più di 30 ore dopo l’arresto. Quando il giudice ha chiesto loro di identificarsi, hanno risposto: “Sono stato arrestato come Troy Davis”, e poi hanno aggiunto le loro vere identità. Alla fine dell’udienza, alle 17, sono stati scarcerati. 
Una delle persone arrestare è Charity Lee, dal Texas. Suo padre venne ucciso dalla madre nel 1980, quando lei aveva 6 anni. Nel 2007 suo figlio adolescente ha abusato sessualmente e ucciso sua figlia di 4 anni, Ella Lee Bennett. Intervistata dal San Antonio Current subito prima dell’arresto, la Lee ha detto: “Nell’America contemporanea abbiamo dimenticato che all’inizio della nostra storia siamo stati rivoluzionari, e che il Primo Emendamento ci dà il diritto di esprimere le nostre opinioni. Dobbiamo far vedere agli americani che è ancora giusto prendere posizioni per ciò che riteniamo giusto, e che se davvero e con passione credi in qualcosa, devi mettertici”.
Gli arrestati sono: Anna Shockley, Ron Kaz, Rachel Lawler, Tom Muther, Amber Mason, Kevin Mason, Jon Dunn, Jack Payden-Travers, Scott Langley, Randy Gardner, Daniel Flynn, Anne Feczko, Charity Lee ed Eve Tetaz. Dal 1997 un totale di 48 persone sono state arrestate per lo stesso gesto di rotolare striscioni con su scritto "STOP EXECUTIONS!" sulla scalinata che porta al 1° piano della Corte Suprema. La protesta si tiene ogni 5 anni, sempre il 17 gennaio. All’esecuzione di Gilmore sono seguite, ad oggi, altre 1277 esecuzioni, con più di 3.400 detenuti nei bracci della morte di 34 stati. La protesta è organizzata  dall’Abolitionist Action Committee, un gruppo che attraverso azioni non violente di ampia visibilità si propone di convincere sulle alternative alla pena di morte. Il Comitato organizza anche ogni anno una veglia di 4 giorni, tra il 29 giugno e il 2 luglio, sul marciapiede davanti alla Corte Suprema, dove è consentito manifestare. La veglia vuole ricordare la sentenza “Gregg v. Georgia” del 2 luglio 1976 che reintrodusse la pena di morte negli Usa. Per ulteriori informazioni, vedere www.abolition.org. (Fonti: AAC, 18/01/2012)

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