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ONU: CONSIGLIO DIRITTI UMANI CONSEGNA SUE RACCOMANDAZIONI AGLI USA

28 settembre 2015: il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha consegnato agli Stati Uniti 343 “raccomandazioni”.
Nell’ambito degli aggiornamenti periodici che riguardano tutti i paesi membri, l’UNHRC ha mosso critiche agli Usa per le disparità razziali nel sistema penale, per l’uso eccessivo della forza da parte della polizia, e per l’uso della pena di morte.
Delle 343 raccomandazioni formulate dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, gli Stati Uniti ne hanno accettato 44 aventi a tema l’eliminazione delle discriminazioni razziali, l’uso eccessivo della forza da parte della polizia e la presenza di pregiudizi razziali nella pena di morte.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno “accettato parzialmente” altre 20 raccomandazioni, e ne hanno respinta 1, che chiedeva l’istituzione di una commissione indipendente per perseguire i reati di matrice razzista.
Durante il processo di revisione tra pari – al quale partecipano 117 paesi membri dell'ONU e al quale ogni paese deve sottostare ogni quattro anni - la comunità internazionale è stata in grado di valutare e fornire commenti e raccomandare modifiche. La commissione ha invitato gli Stati Uniti – paese che spesso si caratterizza come un faro dei diritti umani e critica altre nazioni sul loro rispetto dei diritti umani - ad abolire la pena di morte, porre fine omicidi extragiudiziali (quelli commessi dalla polizia), e proteggere i diritti umani dei popoli indigeni e immigrati.
Il Consiglio ha inoltre esortato gli Stati Uniti a perseguire i responsabili di torture e chiudere la sua struttura di detenzione di Guantanamo Bay a Cuba.
La delegazione francese ha raccomandato agli Stati Uniti di "prendere le misure necessarie per combattere le pratiche discriminatorie della polizia basate sull'origine etnica". Nel frattempo, la Malesia ha suggerito gli Stati Uniti di "raddoppiare i propri sforzi nella lotta contro la violenza e l'uso eccessivo della forza da parte delle forze dell'ordine sulla base di profiling razziale attraverso la formazione, la sensibilizzazione e la sensibilizzazione della comunità, oltre ad assicurare adeguate indagini e perseguimento degli illeciti quando si verificano".
Gli Stati Uniti hanno accettato queste raccomandazioni inter pares, ma hanno anche voluto spiegare i criteri con cui le hanno accettate. “Alcune raccomandazioni ci chiedono di realizzare un ideale, ad esempio, porre fine alle discriminazioni, o alla brutalità della polizia. Altre richiedono un intervento che non è del tutto all’interno dei nostri poteri di Ramo Esecutivo Federale, ad esempio, adottare leggi, ratificare trattati, o agire a livello dei singoli stati che compongono gli Usa" gli Stati Uniti scritto in una risposta ufficiale al processo di revisione. "Accettiamo, o accettiamo parzialmente le raccomandazioni quando ne condividiamo gli ideali, e facciamo seri sforzi per raggiungere gli obiettivi richiesti, e intendiamo continuare a farlo. Tuttavia, riconosciamo, realisticamente, che gli Stati Uniti potrebbero non riuscire mai a realizzare completamente quanto è richiesto nelle raccomandazioni, almeno non se le si intende prese alla lettera". Gli Stati Uniti ha aggiunto: "Noi accettiamo quelle raccomandazioni nei settori nei quali abbiamo già preso iniziative, stiamo prendendo iniziative, e intendiamo continuare a prendere iniziative. Senza che questo però implichi in alcun modo che i nostri sforzi attuali o precedenti non abbiano avuto successo, o che queste azioni siano necessariamente richieste dalla legge. Per quanto riguarda le proposte modifiche al sistema giudiziario, facciamo notare che non possiamo prendere impegni precisi perché non abbiamo il controllo dell'esito dei procedimenti giudiziari ".
Le raccomandazioni hanno definito “molto permissive” le leggi in vigore che riguardano l’uso della forza da parte della polizia. Citando un rapporto pubblicato nel giugno 2015 da Amnesty International ("Deadly Force: Police Use of Lethal Force In The United States") sembra che tutti i 50 stati, e il Distretto di Colombia non rispettino le leggi e gli standard internazionali sull’uso letale della forza da parte delle forze dell’ordine. Inoltre 9 stati, più il Distretto di Colombia (Washington) non hanno nei codici nessuna legge che regoli l’uso letale della forza da parte della polizia, mentre 13 stati hanno leggi che non rispettano nemmeno al livello più basso quanto previsto dalla legge costituzionale degli Stati Uniti. Alcuni stati prevedono che l’uso letale della forza possa essere utilizzato “per vincere la resistenza all’arresto”, per fermare qualcuno “sospettato di reato”, per sedare “una rivolta o un ammutinamento, per prevenire un’evasione dal carcere, o per prevenire reati anche di basso livello come il furto. Alcuni stati autorizzano anche i privati cittadini che collaborano volontariamente con le forze dell’ordine all’uso della forza letale.
Negli ultimi anni, l'uccisione di persone di colore disarmate da parte della polizia ha ricevuto l'attenzione nazionale e internazionale, e ha stimolato la crescita di un movimento nero contro la violenza della polizia. Secondo The Counted, un database gestito dalla testata The Guardian, 861 persone sono state uccise dalla polizia negli Stati Uniti nel corso del 2015. I Neri vengono uccisi dalle forze dell'ordine a un tasso di 5,1 per milione, rispetto a 2,08 per i Bianchi e 2,27 per gli Ispanici. Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite è un organismo delle Nazioni Unite (UNHRC, in inglese United Nations Human Rights Council), con sede a Ginevra; organo sussidiario dell'Assemblea generale, lavora a stretto contatto con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. (Fonte: Atlanta Black Star, 28/09/2015)

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