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USA: PUBBLICATA L’ULTIMA EDIZIONE DELL’UNIFORM CRIME REPORT

6 novembre 2015: il Federal Bureau of Investigation (FBI) ha pubblicato il suo tradizionale “Rapporto sulla criminalità” negli Stati Uniti, con i dati aggiornati al 2014.
Si tratta dei dati raccolti da oltre 18.000 corpi di polizia locale e nazionale, e copre circa 318 milioni di abitanti, compresi 3,5 milioni di Puerto Rico.
Nel "Crime in the United States, 2014" si rileva che il tasso di omicidi negli Usa rimane lo stesso dello scorso anno: 4,5 omicidi ogni 100.000 abitanti. Si tratta di un leggero ma costante calo rispetto agli anni precedenti: nel 2012 e nel 2011 era 4,7. Il tasso era 4,8 nel 2010, 5,0 nel 2009, 5,4 nel 2008, 5,7 nel 2007 5,8 nel 2006, fino alla prima rilevazione del 1993 che era del 9,5.
Come numero totale, gli omicidi (esclusi gli omicidi colposi) nel 2014 sono stati 14.249.
Nel 2013 erano stati 14.319 (questo dato è stato corretto rispetto al rapporto dello scorso anno, che lo stimava in 13.716 rilevati, aumentati a 14.196 stimando una percentuale di omicidi sfuggiti al computo ufficiale. Nel 2012 erano stati 14.349. Rispetto al 2013 gli omicidi sono calati dello 0,5%. Nel corso degli ultimi 5 anni invece gli omicidi sono calati del 3,2%, e del 14,9% nel corso degli ultimi 10 anni. Non si può non notare che il calo degli omicidi è avvenuto mentre nel paese calavano le esecuzioni: dal 2014 al 2013 le esecuzioni sono calate del 10,2%, rispetto agli ultimi 5 anni del 23%, e rispetto agli ultimi 10 del 41%.
Ai 14.249 omicidi propriamente detti devono essere aggiunti i cosiddetti “omicidi giustificati”, ossia quelli compiuti dalla polizia nello svolgimento delle proprie funzioni, o da privati cittadini per quella che viene considerata legittima difesa. La polizia nel 2014 ha ucciso 444 persone (461 nel 2013, 410 nel 2012). Privati cittadini hanno ucciso, rispettando la legge, 277 persone (281 nel 2013, 310 nel 2012).
Il dato degli omicidi compiuti dalla polizia è stato contestato nei mesi scorsi da alcune banche dati online compilate da volontari (tra cui “Fatal Encounters” e “Killed by Police”) che stimano in circa 1.100 l’anno le vittime della polizia. Il FBI riconosce l’incompletezza dei propri dati, spiegata dal fatto che le polizie locali non hanno l’obbligo di fornire tutti gli aggiornamenti relativi a questo tipo di “crimine”. Il rapporto divide gli Usa in 4 zone. Il tasso di omicidi più basso (3,3 casi ogni 100.000 abitanti) si registra nel Northeast (Connecticut, Maine, Massachusetts, New Hampshire, New Jersey, New York, Pennsylvania, Rhode Island, Vermont,). L’anno scorso il tasso del NE era del 3,5. Il secondo tasso più basso (3,9) si registra nel West (Alaska, Arizona, California, Colorado, Hawaii, Idaho, Montana, Nevada, New Mexico, Oregon, Puerto Rico, Utah, Washington, Wyoming). Nel 2013 era 4,0. Il terzo tasso (4,3) è quello del Midwest (Illinois, Indiana, Iowa, Kansas, Michigan, Minnesota, Missouri, Nebraska, North Dakota, Ohio, South Dakota, Wisconsin). Era 4,6 nel 2013. Il tasso di omicidi più alto (5,5) è quello del Sud (Alabama, Arkansas, Delaware, District of Columbia, Florida, Georgia, Kentucky, Louisiana, Maryland, Mississippi, North Carolina, Oklahoma, South Carolina, Tennessee, Texas, Virginia, West Virginia). Era 5,3 nel 2013, e ancora 5,5 nel 2012.
Come è noto, il Northeast è la zona degli Usa dove il ricorso alla pena di morte è tradizionalmente molto minore rispetto alle altre aree del paese. È una costante che in epoca moderna il Nordest registri la più bassa percentuale di omicidi del paese. Discorso opposto per il Sud, che da solo registra l’82% delle esecuzioni Usa, ma continua ad avere il più alto tasso di criminalità violenta del paese.
Secondo una aggregazione di dati realizzata dal Death Penalty Information Center, nel complesso gli stati che non utilizzano la pena di morte hanno un tasso omicidiario del 3,8 mentre gli stati che la usano sono al 4,7. Gli stati senza pena di morte hanno cioè un tasso di omicidi che è del 22% più basso rispetto agli stati con la pena di morte. Gli stati con il tasso di omicidi più alto sono Puerto Rico (isola caraibica considerato territorio USA) con il 19.2, il Distretto di Columbia (la parte centrale della città di Washington) con 15.9, la Louisiana (10.3) e il Mississippi (8.6). I tassi più bassi sono in New Hampshire (0,9) Maine, Minnesota e Vermont (1,6). Nel complesso nella nazione si stima siano avvenuti 1.165.000 reati violenti. Rispetto al 2013 la diminuzione è dello 0,2%. Nell’arco degli ultimi 5 anni la diminuzione dei reati violenti è stata del 6,9%, mentre negli ultimi 10 anni del 16,2%.
Nel 2014 le forze dell’ordine stimano siano stati arrestate poco più di 11,2 milioni di persone, esclusi gli arresti per violazioni stradali ma inclusi gli arresti per “DUI”, ossia guida sotto l’influsso di alcolici o droga. Il numero maggiore di arresti, oltre 1,5 milioni, è stato per reati di droga, 1,2 per furto, e 1,1 per guida “DUI”.
Per omicidio sono state arrestate più di 10.571 persone.
Dividendo il numero complessivo di arresti per la popolazione degli Stati Uniti, si ha un tasso di 3,5 arresti ogni 100 abitanti.
Lo studio del Fbi calcola che nello stato nel 2014 siano stati “risolti” il 64,5% degli omicidi, il 47,4% del complesso dei reati violenti e il 20,2% dei reati contro la proprietà. Nel complesso degli arresti, il 73,3% ha riguardato maschi, il 69,4% persone di razza bianca (compresi gli ispanici), il 27,8% persone di razza nera, e il 2,8% persone di altre minoranze razziali. Nel 2013, 23 agenti di polizia sono stati uccisi in servizio. Non è stato ancora pubblicato il Law Enforcement Officers Killed and Assaulted relativo al 2014 che riporterà il numero di agenti di polizia uccisi in servizio nel 2014.
Per tutti i dati sopra riportati lo Uniform Crime Report fornisce un’ampia serie di dati, comprese le suddivisioni per fascia di età, sesso e razza di vittime e arrestati, e anche una interessante serie di tabelle che studia la relazione tra vittima e arrestato. UCR fornisce anche il numero totale di agenti di polizia in servizio nei vari corpi del paese, il media 2,3 poliziotti ogni 1.000 abitanti, che salgono a 3,4 se si comprendono anche gli impiegati presso i corpi di polizia. Ad esempio, gli agenti di polizia sono all’88% maschi, mentre gli impiegati di polizia sono al 60% femmine. Secondo i dati ufficiali contenuti nel rapporto Prisoners in 2014 (NCJ 248955), alla data del 31 dicembre 2014 nelle carceri federali e statali degli Stati Uniti erano detenute 1,561,500 persone. Secondo un altro rapporto ufficiale aggiornato però al 31 dicembre 2013 (Correctional Populations In The United States, 2013) altre 730.000 persone sarebbero detenute nelle carceri locali. (Come è noto, negli Stati Uniti si usano due termini diversi: PRISON è il carcere statale o federale, JAIL è il carcere locale). Il numero di detenuti registrati nel 2014 è inferiore dell’1% rispetto al 2013, ed è il più basso negli ultimi 10 anni. Il calo è attribuito in maggior parte ad una serie di sconti di pena che il sistema federale sta gradualmente applicando a chi ha pena alte per reati non violenti legati alla droga.
La popolazione detenuta è composta da 516,900 maschi neri (37%), 453,500 maschi bianchi (32%), e 308,700 maschi ispanici (22%). Il 7% della popolazione detenuta è composta da donne. Tra loro, il 50% è bianco, il 21% nero. Confrontando questi numeri con il totale della popolazione, quasi il 3% dei maschi neri sono in carcere con pene superiori ad 1 anni, l’1% dei maschi ispanici, e lo 0,5% dei maschi bianchi. Un maschio nero ha circa 7 volte più probabilità di finire in carcere rispetto ad un maschio bianco, e circa 2,3 volte più probabilità rispetto ad un maschio ispanico.
Il 50% dei detenuti nelle carceri federali e il 16% nelle carceri statali è stato condannato per reati di droga. Tra gli ispanici, il 26% è stato condannato per reati legati all’immigrazione. 131.000 detenuti provenienti da 30 stati e dal circuito federale sono tenuti in carceri gestite da privati. Il numero è di 2.100 unità inferiore all’anno precedente. Il rapporto Prisoners in 2014 (NCJ 248955) non contiene i dati sulle prigioni locali. In un rapporto più completo del 2013 (“Correctional Populations In The United States, 2013”) ai 1.560.000 detenuti nelle carceri federali e statali andrebbero aggiunti oltre 730.000 detenuti nelle carceri locali, 3.9 milioni sottoposti a controlli periodici (libertà vigilata), e oltre 850.000 persone in libertà condizionale. Entrambe questi rapporti sono a cura del BJS (Bureau of Justice Statistics), un’agenzia federale. (Fonti: Fbi, BJS, NtC, 6/11/2015)

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