MANFREDONIA, DOPO IL COMMISSARIAMENTO IL COMUNE STA ANCORA PEGGIO
4 dicembre 2021: Angelo Riccardi* su Il Riformista del 3 dicembre 2021
Doveva essere la campagna elettorale per analizzare e proporre la città del futuro, ma si è invece trasformata nella più squallida campagna di diffamazione e mistificazione mai vista prima. I tre temi fondamentali, mafia e organizzazioni criminali, conti e risorse per fare le cose promesse, futuro e sviluppo della città, sono stati affrontati come inutili slogan elettorali, con incredibili strafalcioni e grande improvvisazione. Non si può sottacere l’approssimazione riservata al tema più eclatante che ha colpito la città negli ultimi anni, ovvero quello dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. Evidentemente ai tanti sfugge che per sciogliere un Comune non è necessario l’accertamento di reati penali, ma è sufficiente che emergano rapporti, relazioni o frequentazioni con soggetti affini alla criminalità organizzata, anche a prescindere dal fatto che i politici abbiano voluto assecondare le richieste mafiose. Occorre ricordare, ad esempio, che decine di Comuni, dopo essere stati sciolti per mafia una prima volta, tornano a esserlo per la seconda e, in alcuni casi, anche per la terza volta. Lo “Stato” si è preoccupato di allontanare il ceto politico, ma ha lasciato fermi al proprio posto i dirigenti, chiamati alla gestione concreta della macchina amministrativa. Nessun sindaco può prescindere dal loro operato, nessun atto può essere sottratto alla loro competenza. Spesso in uffici a “rischio” il dirigente si trova a fungere da “cerniera” tra il consenso del politico e la pressione del mafioso. Se il Governo ha scelto di sciogliere il consiglio comunale di Manfredonia, ritenendo valida la narrazione del Prefetto di Foggia, se la giustizia amministrativa direttamente dipendente dal Governo, in tutti i gradi di giudizio, ha ritenuto valide le supposizioni che hanno portato allo scioglimento, nessuno può prescindere dalle 365 pagine della commissione di accesso. Chi fa finta di non capirlo si ritroverà a pagare un prezzo altissimo per sé e per tutta la comunità. Io credo che la norma vada profondamente rinnovata, anche perché il procedimento è esclusivamente inquisitorio. Oltre due anni è durato il commissariamento per mafia del Comune di Manfredonia. Ci sono stati inviati uomini o già oberati da altri gravosi impegni d’ufficio o senza neppure verificarne la idoneità e l’attitudine al governo di un Ente. Commissari presenti al Comune solo per uno-due giorni la settimana. Un Comune commissariato non è un luogo per il tempo libero: bisogna starci sette giorni su sette. Servivano commissari con propensione al dialogo e al confronto con i cittadini. Tutto questo ha mortificato il confronto e la politica opportunisticamente si è sottratta dallo svolgere il suo ruolo. Sul tema più delicato del Bilancio nulla è stato detto. Così come nulla è stato detto sui ritardi dell’approvazione definitiva del piano, che hanno avuto irrimediabili ripercussioni sulla possibilità del Comune di attingere ai fondi straordinari messi a disposizione dal Governo per gli enti in pre-dissesto. A tutto questo bisogna aggiungere che, nonostante i poteri tutti riassunti nelle mani dei commissari, nulla è stato fatto sull’organizzazione della macchina amministrativa. Per non parlare dei nuovi concorsi: dopo due anni si sono partoriti bandi pasticciati, più volte revocati, dimostrando un’approssimazione disarmante. La politica degli organi collegiali, del confronto esasperato, delle mediazioni, avrebbe fatto di gran lunga meglio. Cosa dire dell’Azienda Servizi Ecologici? Nonostante l’aumento della Tari, il servizio ha perso punti percentuale nella raccolta e si è dimostrato inefficace e disorganizzato come mai nel passato. Per non parlare degli obblighi di trasparenza degli atti amministrativi più volte disattesi. Sarebbe il caso di capire anche che fine hanno fatto alcune delle progettazioni finanziate dalla precedente amministrazione. Ho l’amara e netta sensazione che siamo stati fermi per oltre due anni, mentre lo sviluppo e il futuro passano attraverso la capacità di riprendere un cammino bruscamente interrotto dalla decisione di un Governo, in un momento delicato per tutti noi. Il prossimo sindaco è chiamato a svolgere un ruolo decisivo, non solo per rimettere insieme i pezzi di una comunità lacerata e disorientata, ma soprattutto per dare una visione chiara di sviluppo. Non c’è il tempo per inventarsi cose nuove e straordinarie, c’è la necessità di ripartire da tutto quello che è già in piedi e che ha bisogno di camminare. C’è la necessità di recuperare i due anni persi e di progettare la Manfredonia del futuro. * Ex Sindaco di Manfredonia
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