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IRAN - Action for 4 Kurdish political prisoners
IRAN - Action for 4 Kurdish political prisoners
IRAN - 17 associazioni chiedono attenzione internazionale per quattro prigionieri politici curdi

13 gennaio 2024:

13/01/2024 - 17 associazioni chiedono attenzione internazionale per quattro prigionieri politici curdi
Iran Human Rights altre 16 organizzazioni hanno firmato la seguente dichiarazione nell'ambito di "Impact Iran". Il testo della dichiarazione è il seguente:
Noi, come Impact Iran, esortiamo la comunità internazionale a unirsi a noi nel chiedere l'immediata sospensione delle imminenti esecuzioni e l'annullamento delle condanne a morte dei prigionieri politici curdi Mohsen Mazloum, Pejman Fatehi, Vafa Azarbar e Hajir Faramarzi. La comunità internazionale deve intervenire subito per impedire queste esecuzioni.
I quattro uomini sono stati arrestati a Urmia, nell'Azerbaigian occidentale, il 22 giugno 2022 e da allora sono tenuti in isolamento. Secondo quanto riferito, sono stati torturati per rilasciare confessioni forzate trasmesse dai media di Stato. Alla fine, il Tribunale rivoluzionario di Teheran, a seguito di un procedimento viziato da gravi violazioni degli standard di equità processuale e di giusto processo, li ha condannati tutti a morte per moharebeh (inimicizia contro Dio) e efsad-fil-arz (corruzione sulla terra) per presunte accuse di spionaggio a favore di Israele. Allarmante è il fatto che la Corte Suprema abbia poi confermato la loro condanna a morte entro 24 ore, come riferito dai loro parenti.
Data la rapida conferma delle condanne a morte, nel contesto di una campagna crescente per reprimere il dissenso e instillare la paura tra gli iraniani attraverso l'applicazione diffusa della pena di morte, esiste un rischio grave e immediato che queste esecuzioni vengano eseguite rapidamente.
Questa urgenza sottolinea la necessità critica di una pronta azione internazionale. Impact Iran ribadisce che la condanna internazionale dei casi di persone che rischiano di essere giustiziate, se accompagnata da un impegno diplomatico proattivo e da azioni concrete per responsabilizzare l'Iran sulla scena internazionale, non è un mero atto simbolico. Sono strumenti potenti per prevenire le esecuzioni e hanno salvato delle vite in Iran.
Molte altre sono a rischio di esecuzione.
Siamo profondamente allarmati e sconvolti dall'agghiacciante ondata di esecuzioni, anche nei confronti di coloro che hanno espresso dissenso dall'inizio del movimento Woman Life Freedom, nel settembre 2022, dopo la morte di Jina Amini in custodia della polizia morale. Come strumento di intimidazione, queste esecuzioni fanno parte di una più ampia campagna per diffondere la paura tra la popolazione iraniana, reprimere qualsiasi forma di dissenso e costringere gli iraniani all'autocensura. Finora le autorità hanno giustiziato almeno otto persone per presunti atti legati alle proteste. Altre sono a rischio imminente di esecuzione.
Gli osservatori dei diritti umani riferiscono che nel 2023 il numero di persone giustiziate è salito alle stelle, con oltre 790 persone giustiziate. Le minoranze etniche sono spesso palesemente sovrarappresentate tra i giustiziati. Oltre il 20% delle persone giustiziate nel 2023 appartengono alla minoranza Baluca, mentre rappresentano tra il 2 e il 5% della popolazione. I prigionieri curdi rappresentano oltre il 50% delle persone giustiziate per accuse politiche e legate alla sicurezza negli ultimi 13 anni. Questi numeri sono ancora più allarmanti se si considera che i sistemi legali e giudiziari iraniani funzionano nel più totale disprezzo di un processo equo e di un giusto processo, al punto da "rendere la maggior parte, se non tutte, le esecuzioni nello Stato una privazione arbitraria della vita".
Nonostante la condanna globale, compresa una dichiarazione di quasi un anno fa da parte di oltre 50 Stati che mettevano in guardia l'Iran contro la strumentalizzazione della pena di morte "per punire individui che partecipano a proteste e per incutere paura alla popolazione con l'obiettivo di soffocare il dissenso", l'Iran continua ad avere uno dei più alti tassi di esecuzione al mondo. L'uso diffuso e illegale della pena di morte da parte del governo, anche di fronte ai ripetuti appelli degli esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, degli Stati e delle organizzazioni della società civile, indica che l'Iran continuerà il suo incessante ritmo di esecuzioni a meno che le Nazioni Unite e la comunità internazionale non aumentino drasticamente i costi politici associati a questi atti.
Pertanto, chiediamo agli Stati membri e alle Nazioni Unite, compresi i suoi organismi per i diritti umani, di:
Esortare urgentemente, pubblicamente e inequivocabilmente le autorità iraniane a fermare le esecuzioni di Mohsen Mazloum, Pejman Fatehi, Vafa Azarbar e Hajir Faramarzi e chiedere l'annullamento delle loro condanne a morte. Esortiamo gli Stati membri ad andare oltre la semplice riaffermazione della loro tradizionale opposizione alla pena di morte in ogni circostanza, a nominare esplicitamente le persone a rischio di esecuzione e a riconoscere la natura arbitraria delle loro condanne a morte.
Invocare i canali diplomatici, sia attraverso le Ambasciate dei Paesi con una presenza in Iran, sia attraverso l'impegno dei Paesi con le Missioni permanenti iraniane a Ginevra, Vienna e New York. Invitiamo gli Stati a informarsi e a esprimere grave preoccupazione per l'imminente esecuzione dei quattro uomini e di altre persone a rischio, al fine di impedirne l'esecuzione.
Ribadire sistematicamente, pubblicamente e bilateralmente, un appello inequivocabile per una moratoria su tutte le esecuzioni in vista dell'abolizione della pena di morte in Iran e sottolineare l'urgente necessità di ritenere responsabili coloro che emettono ed eseguono privazioni arbitrarie della vita.
Utilizzare tutte le vie disponibili all'interno delle Nazioni Unite, compresi il Consiglio per i Diritti Umani e l'Assemblea Generale, per evidenziare le gravi preoccupazioni sull'uso della pena di morte in Iran e mobilitare la pressione internazionale per un cambiamento.

FIRMATARI
Centro Abdorrahman Boroumand (Abdorrahman Boroumand Center)
ADAPP - Associazione per la difesa dei prigionieri politici azeri in Iran
AHRAZ
Organizzazione per i diritti umani degli Ahwaz (una minoranza araba in Iran) (Ahwaz Human Rights Organization)
Tutti i diritti umani per tutti in Iran (All Human Rights for All in Iran)
Campagna degli attivisti Baluci (una minoranza sunnita in Iran) (Baloch Activists Campaign)
Gruppo per i diritti umani del Balochistan (Balochistan Human Rights Group)
Ensemble contre la peine de mort (ECPM)
Haalvsh
Organizzazione per i diritti umani Hengaw (Hengaw Human Rights Organization)
Impatto Iran (Impact Iran)
Diritti umani in Iran (Iran Human Rights)
Sviluppo educativo internazionale (IED) (International Educational Development, Inc. (IED))
Associazione per i diritti umani del Kurdistan - Ginevra (KMMK-G) (Kurdistan Human Rights Association-Geneva (KMMK-G))
Kurdpa
Rasank
Fondazione Siamak Pourzand (Siamak Pourzand Foundation)
Organizzazione delle Nazioni e dei Popoli non rappresentati (Unrepresented Nations and Peoples Organization UNPO)

https://iranhr.net/en/statement/63/

(Fonte: IHR)

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