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Sergio D'Elia, segretario di NtC |
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PENA DI MORTE. D'ELIA, LA MORATORIA ONU HA I VOTI PER PASSARE
17 aprile 2007: la moratoria Onu contro la pena di morte ha i voti sufficienti per essere approvata. "Una risoluzione che si pronuncia per l'abolizione della pena capitale avrebbe successo. Se non verra' presentata vuol dire senza ombra di dubbio che non c'e' la volonta' politica di ottenere questo risultato". Lo ha sottolineato il parlamentare radicale della Rnp, Sergio D'Elia, che oggi a Montecitorio ha presentato, insieme a Marco Pannella, un'iniziativa non violenta a sostegno della moratoria che potrebbe essere affidata, se il governo italiano se ne facesse carico, all’Assemblea generale dell'Onu. L'iniziativa in questione, ha spiegato, e' "lo sciopero della fame a oltranza, gia' avviato da Pannella, che non si interrompera' finche' la risoluzione non avra' ottenuto il proprio scopo".
Per D'Elia, che nel corso della conferenza stampa a Montecitorio ha ripercorso le tappe dei tentativi precedenti non giunti a buon fine, i voti per approvare la moratoria ci sono. Citando i calcoli dei Radicali italiani, fatti insieme a Francesco Paolo Fulci, ambasciatore italiano all'Onu che nel 1999 si occupo' personalmente della vicenda, tra i paesi facenti parte dell’Assemblea generale (complessivamente sono 192), i favorevoli alla moratoria sarebbero tra i 99 e 106; i contrari tra 61 e 68 e poi ci sarebbero gli astenuti (dai 16 ai 24) che, secondo D'Elia, "potrebbero essere convinti a votare la risoluzione". "E' una battaglia da combattere - ha aggiunto il deputato della Rnp- che si puo' vincere e se non la si vince e' solo perche' non la si vuole combattere". Gia' nel 1994, ha ricordato D'Elia, "si e' andati molto vicini alla vittoria con una risoluzione presentata dal governo italiano che venne battuta solo per otto voti.
Poi per tredici anni e' prevalsa la tattica del rinvio. Fino al tradimento del 1999, quando i ministri degli Esteri dei paesi Ue, voltarono le spalle alla risoluzione che venne ritirata. Adesso che ci sarebbero le condizioni per ottenere la moratoria della pena di morte, vediamo la riedizione di fatti e misfatti".
Il principale errore sarebbe, a parere di D'Elia, "il fatto che in queste settimane e in questi giorni si sia lavorato, non alla presentazione di una risoluzione del governo italiano, ma a una raccolta di firme su una dichiarazione, da presentare all'Assemblea generale, inutile e del tutto inoffensiva sul piano politico". Il deputato radicale ha infine ricordato che, in occasione della condanna a morte di Saddam Hussein (contro la quale si sono battuti i radicali italiani e Nessuno tocchi Caino), il governo italiano "si impegno' con una nota ufficiale alla presentazione di una risoluzione a sostegno della moratoria". (Fonti: Adn, 17/04/2007)
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