EGITTO: QUATTRO CONDANNATI ALL’IMPICCAGIONE, INCLUSO MINORE
17 maggio 2011: un ragazzo di 17 anni e tre adulti sono stati condannati all’impiccagione da un tribunale militare egiziano per il sequestro e stupro di una giovane donna.
L’organizzazione “Iniziativa Egiziana per i Diritti Individuali” (EIPR) si è detta “profondamente turbata” dalla condanna a morte del ragazzo e chiede l’annullamento della sentenza.
Secondo l’EIPR la sentenza viola sia il codice di giustizia militare che il diritto internazionale e la legge egiziana sui minori, che escludono l’esecuzione di persone minori di 18 anni al momento del crimine.
“La condanna a morte emessa contro il minore testimonia l’ignoranza della magistratura militare nel campo della legge civile e penale”, ha dichiarato Adel Ramadan, legale dell’EIPR.
“Questa vicenda solleva forti dubbi sulla capacità della magistratura militare di processare civili sulla base del diritto pubblico”, ha aggiunto.
L’esercito non si è intromesso nelle decisioni del tribunale, ha detto un funzionario militare, che ha dichiarato alla Reuters: “Siamo certi che il tribunale abbia pronunciato verdetti equi e che i suoi obiettivi siano il raggiungimento di sicurezza e giustizia, garantendo che ogni persona possa vivere nella sicurezza senza essere minacciata dai criminali”.
Gli attivisti per i diritti umani sospettano che migliaia di cittadini egiziani vengano imprigionati e processati da tribunali militari, spesso a porte chiuse, da quando il presidente Hosni Mubarak è stato estromesso dal potere, lo scorso 11 febbraio.
Il Paese è attualmente guidato da un consiglio militare che ha promesso di cedere il potere ad una autorità civile prima della fine di quest’anno. (Fonti: Reuters, 17/05/2011)
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