INDIA: CORTE SUPREMA, LE ESECUZIONI NON POSSONO ESSERE AFFRETTATE E SEGRETE
28 maggio 2015: la Corte Suprema indiana ha detto che l'esecuzione di condannati a morte non può avvenire in modo arbitrario, affrettato e segreto. La suprema corte, mentre osserva che i detenuti hanno diritto alla dignità, ha precisato che devono avere la possibilità di incontrare i membri della famiglia prima dell'esecuzione. "Il diritto alla vita, ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione, non si esaurisce con la conferma della condanna a morte. Anche nei casi di condannati a morte, il loro diritto alla dignità deve essere protetto", ha detto. Una giuria composta dai giudici AK Sikri e UU Lalit si è così espressa annullando gli ordini di esecuzione e sospendendo le impiccagioni di una coppia, Shabnam e Saleem.
La Corte ha dichiarato: "L’ordine di esecuzione è stato firmato dal giudice in fretta senza attendere che il detenuto esaurisse tutte le vie legali".
I due sono stati condannati per aver ucciso sette membri della famiglia di Shabnam, tra cui un bambino di 10 mesi, nel distretto Amroha dell'Uttar Pradesh nell’aprile 2008.
Shabnam era al quinto mese di gravidanza quando è stata arrestata. Ha dato alla luce un bambino, che ora ha 7 anni e deve affrontare una situazione difficile.
La Corte ha aggiunto che i condannati devono avere il diritto di presentare ricorso davanti alla Corte Suprema e fare richiesta di grazia al Presidente o al Governatore. Il pronunciamento della Corte assume significato rispetto alle esecuzioni avvenute in segreto, nel 2013, di Afzal Guru, condannato per l’attacco al Parlamento e di Ajmal Kasab condannato per gli attacchi terroristici di Mumbai. (Fonte: 28/5/2014, manipalworldnews.com)
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