NESSUNO TOCCHI CAINO: PRIORITA’ E’ CONTENERE LA PENA DI MORTE PER TERRORISMO
10 ottobre 2016: Nella giornata mondiale contro la pena di morte, Nessuno tocchi Caino lancia l’allarme sull’aumento del numero delle esecuzioni e delle condanne capitali in nome della guerra al terrorismo.
Secondo l’ultimo Rapporto sulla pena di morte nel mondo, nel 2015, almeno 100 esecuzioni per fatti di “terrorismo” o per crimini violenti di natura politica sono state effettuate in 12 Paesi: Arabia Saudita (almeno 2), Bangladesh (4), Ciad (10), Cina (almeno 3), Egitto (7), Emirati Arabi Uniti (1), Giordania (2), India (1), Iran (almeno 1), Iraq (almeno 30), Pakistan (30) e Somalia (almeno 9).
Nel 2016, al 30 giugno, almeno 121 persone sono state giustiziate per atti di “terrorismo” in 6 Paesi: Afghanistan (6), Arabia Saudita (almeno 47), Bangladesh (4), Iraq (almeno 55), Pakistan (6) e Somalia (almeno 3).
Inoltre, nel 2015 e nei primi mesi del 2016, centinaia di condanne a morte per “atti di terrorismo” sono state pronunciate anche se non eseguite in altri 6 Paesi: Algeria, Bahrein, Camerun, Kuwait, Libano e Tunisia. Nuove leggi anti-terrorismo che prevedono la pena di morte sono state approvate in Corea del Sud, Guyana e Tunisia.
Per contenere l’uso della pena di morte per terrorismo, l’Associazione radicale Nessuno tocchi Caino è impegnata per i prossimi tre anni in un progetto, sostenuto dalla Commissione Europea, in tre Paesi africani, particolarmente critici, quali l’Egitto, la Somalia e la Tunisia. L’azione verrà condotta in collaborazione con partner locali, l’Agenda delle Donne Somale (SWA) in Somalia, l’Istituto Arabo per i Diritti Umani (AIHR) in Tunisia e l’Organizzazione Araba per i Diritti Umani (AOHR) in Egitto.
Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, Segretario e Tesoriere di Nessuno tocchi Caino, hanno in proposito dichiarato: “Le situazioni di emergenza, come quella del terrorismo, si combattono con più Stato di Diritto e non con la sua abdicazione”. “Anche nella lotta al terrorismo – hanno aggiunto i due esponenti radicali – non possiamo derogare dal rispetto degli standard minimi internazionali in materia di giusto processo nel quadro di un rafforzamento della protezione e del rispetto dei diritti umani, della giustizia e dello Stato di diritto.”
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