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Barack Obama
Barack Obama
USA: OBAMA COMMUTA DUE CONDANNE A MORTE

17 gennaio 2017: il Presidente Barack Obama ha commutato due condanne a morte, la condanna federale di Abelardo Arboleda Ortiz e quella militare di Dwight J. Loving.
Come è noto, è consuetudine dei Presidenti degli Stati Uniti concludere i loro mandati promulgando una serie di provvedimenti di clemenza.
Il 17 gennaio, 3 giorni prima del giuramento del nuovo Presidente, Donald Trump, Obama ha emesso 209 commutazioni e 64 grazie.
Per commutazione si intende abbreviare una condanna, per grazia si intende disporre l’immediata scarcerazione per effetto del “perdono presidenziale”.
Il caso che più ha attirato l’attenzione dei media è quello del “soldato Manning”, condannato a 35 anni per aver “passato” a Snowden e Assange le informazioni riservate del caso Wikileaks.
Ma due casi hanno riguardato due condannati a morte. Abelardo Arboleda Ortiz, 50 anni, colombiano, venne condannato a morte in una corte federale del Missouri il 19 dicembre 2000 per concorso in un omicidio in un contesto di traffico di cocaina. Ortiz venne arrestato assieme a due connazionali, con l’accusa di aver ucciso, il 26 novembre 1998, Julian Colon.
I due coimputati, compreso l’uomo che aveva materialmente sparato alla vittima, non vennero condannati a morte. Da allora Ortiz ha sostenuto che nei suoi confronti non fossero state rispettate le norme previste dalla Convenzione di Vienna che, tra le altre cose, prevedono che quando un cittadino straniero viene arrestato, deve essere informato che può chiedere assistenza legale al proprio consolato, o comunque ricevere assistenza legale nella propria lingua.
Amy Gershenfeld Donnella, a nome degli avvocati che negli ultimi anni hanno seguito il caso di Ortiz, in un comunicato ha detto: “Siamo incredibilmente grati al Presidente Obama per la commutazione. Il caso del signor Ortiz mette in evidenza diversi dei gravi problemi che presenta il sistema giudiziario federale, problemi in comune con il sistema statale: pessima assistenza legale d’ufficio, sentenze sproporzionate anche tra coimputati, disparità rilevanti in base alla razza, al censo sociale e alle zone geografiche, e rigidità procedurali che rendono praticamente impossibile apportare correzioni ad una sentenza di primo grado, anche in quei casi in teoria garantiti dalla Costituzione in cui si possono presentare nuove prove. Il caso di Ortiz è un riassunto dei gravissimi difetti del sistema capitale federale. Basti pensare al fatto che all’epoca del processo i suoi avvocati non hanno minimamente affrontato il fatto che Ortiz ha un quoziente intellettivo di soli 54 punti (al di sotto dei 70 una persona viene considerata portatrice di grave disabilità intellettuale, ndt), che non ha mai imparato a leggere e scrivere né in spagnolo né in inglese, non sa fare nemmeno le operazioni aritmetiche più semplici, ed ha imparato ad allacciarsi le scarpe solo dopo i 10 anni.
La giuria che lo ha condannato ha deciso in totale mancanza di informazioni su questi fatti. Una persona così non avrebbe mai dovuto essere condannata a morte.
Dwight J. Loving, 49 anni, nero, era uno dei 6 uomini nel braccio della morte militare.
Loving venne condannato a morte da una corte marziale il 3 aprile 1989 con l’accusa di omicidio a scopo di rapina. Soldato semplice di stanza in Texas, nella notte tra l’11 e il 12 dicembre 1988 Loving rapinò due negozi, realizzando solo 100 dollari. Decise allora di rapinare dei tassisti. Al momento dell’arresto ne aveva uccisi due, e aveva cercato di ucciderne un terzo.
Dopo il processo i difensori di Loving contestarono manipolazioni in base alla razza e al genere nella formazione della corte marziale, e l’impossibilità di presentare una serie di ricorsi a causa di rigide regole formali tipiche della giustizia militare.
Ortiz e Loving sconteranno una condanna all’ergastolo senza condizionale. (Fonti: The Washington Post, NtC, 17/01/2017)

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