USA - Texas. Pubblico ministero chiede di annullare la condanna a morte di Raymond Riles
8 febbraio 2021: Pubblico ministero chiede di annullare la condanna a morte di Raymond Riles, da 45 anni nel braccio della morte. L'ufficio del procuratore distrettuale della Harris County ha chiesto alla Corte d'appello del Texas di annullare la condanna a morte inflitta a Raymond Riles, il prigioniero nel braccio della morte più “vecchio” della nazione. Riles ha una storia significativa di malattie mentali, e già da tempo i pubblici ministeri e i difensori hanno concordato che l’uomo non è “competente” per essere giustiziato. Come è noto, “competente” (competent) è il termine giuridico che indica il livello minimo di “intelligenza” che un condannato a morte deve avere. Sotto quel livello, se cioè non è in grado di comprendere che sta per essere giustiziato, e soprattutto non è in grado di comprenderne i motivi, allora, per legge, la sua condanna a morte non può essere eseguita. Riles, oggi 71 anni, nero, è stato condannato a morte 45 anni fa, il 4 febbraio 1976 con l’accusa di aver ucciso, nel corso di una rapina l’11 dicembre 1974, un venditore di auto usate, John Thomas Henry, 31 anni. Quando Charles Foster, che era stato condannato a morte in Florida nel 1975, è morto di vecchiaia il 30 dicembre 2020, Riles ha guadagnato una certa notorietà ereditandone il titolo di “detenuto vivente con la più lunga permanenza nel braccio della morte degli Stati Uniti”. La malattia mentale di Riles era già ben documentata al tempo del processo, ma era stata ritenuta insufficiente per un proscioglimento. Durante il processo un giudice aveva dichiarato di aver fatto ricoverare in strutture per la salute mentale una mezza dozzina di membri della famiglia di Riles. Gli esperti di salute mentale che lo avevano esaminato lo avevano definito “delirante e vistosamente psicotico". Nel 1985 aveva tentato il suicidio dandosi fuoco, e nel 1986 era arrivato a due ore dall’esecuzione prima che gli fosse concesso un ricovero per valutarne la competenza mentale. Al momento del processo di Riles, tuttavia, afferma ora il procuratore della contea di Harris, la giuria non aveva un meccanismo per considerare adeguatamente le prove che avrebbero potuto risparmiargli la vita. In una nota straordinaria depositata il 1° febbraio 2021, il procuratore distrettuale Kim Ogg si è unito agli avvocati della difesa di Riles nel chiedere alla corte di concedere a Riles una nuova udienza di condanna, ossia la seconda parte del processo, quella che, dopo il verdetto di colpevolezza, determina la pena. "La legge sulla pena di morte si è evoluta e ora richiede ai giurati di essere in grado di considerare e soppesare in modo significativo le attenuanti, come abusi e traumi infantili", ha detto Ogg. "Nel 1976, la giuria non ha avuto questa opportunità." Il caso di Riles evidenzia un fenomeno insolito nella legge sulla pena di morte. Sebbene Riles sia stato giudicato incompetente per essere giustiziato, quella sentenza non pregiudica la legittimità della sua condanna a morte. "Se qualcuno è ritenuto incompetente, questa dovrebbe porre fine alla questione, dovremmo toglierlo dal braccio della morte", ha detto Amanda Marzullo, avvocato specializzato in pena di morte ed ex direttore del gruppo legale senza scopo di lucro Texas Defender Service. "A volte succede, ma è l'eccezione non la regola." Invece, detenuti come Riles finiscono in un limbo: rimangono nel braccio della morte, ma possono essere giustiziati solo se la loro salute mentale migliora. Richard Burr, l'avvocato che ha difeso Alvin Ford in Florida nel caso che ha creato lo standard della “competenza” dei “giustiziabili”, ha descritto la sfida che questo presenta per gli avvocati della difesa. "Ti rendi conto che è crudele avere il tuo cliente che vive nel braccio della morte e non curato, ma è anche crudele vederlo curato, portato al livello di “competenza”, ed eventualmente giustiziato". "Per molti decenni, ci sono stati uomini abbandonati nelle carceri, principalmente nel Sud, con condanne a morte che entrambe le parti sapevano, sotto una sorta di tacito accordo, non sarebbero mai state eseguite", ha detto Joseph Perkovich, un avvocato che ha rappresentato i detenuti con malattie mentali in almeno cinque stati. "Non esiste un vero meccanismo legale per rivalutare ciò che dovrebbe essere fatto con quelle persone", ha detto Thea Posel, uno degli avvocati di Riles. "Il nostro sistema semplicemente non è strutturato per questo." L’iniziativa di Ogg potrebbe finalmente risolvere almeno il caso di Riles. "Questi casi sono strazianti, sia per il condannato, sia per i parenti delle vittime, che vengono anche loro tenuti in sospeso per decenni", ha detto Ogg. Se la Corte accetterà la richiesta di Riles, Ogg dovrà decidere se chiedere di nuovo la condanna a morte, ma dovrà farlo ai sensi delle leggi che nel frattempo sono state adeguate. "La malattia mentale di Riles è una delle "diverse fragilità dell'umanità" che una giuria deve poter valutare quando decide se imporre la punizione finale", ha detto l'avvocato Jim Marcus, dell'Università del Texas.
https://deathpenaltyinfo.org/news/harris-county-da-seeks-to-vacate-sentence-for-nations-longest-serving-death-row-prisoner (Fonti: DPIC, 08/02/2021)
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