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USA - Sirhan Sirhan
USA - Sirhan Sirhan
USA - California. Negata per la sedicesima volta la libertà condizionale a Sirhan Sirhan, l'assassino di Robert Kennedy

1 marzo 2023:

(01/03/2023) - Negata per la sedicesima volta la libertà condizionale a Sirhan Sirhan, l'assassino di Robert Kennedy.
In California, il Board of Parole Hearings, la commissione incaricata di valutare le richieste di libertà condizionale, il 1° marzo ha dato parere negativo alla richiesta di Sirhan Sirhan, che ha già scontato 54 anni di detenzione. Il BPH ha anche stabilito che il detenuto potrà presentare una nuova richiesta non prima di 3 anni. Due anni fa Sirhan aveva ottenuto, per la prima volta dopo 15 tentativi falliti, un parere favorevole, ma l’allora (e attuale) governatore Gavin Newsom non ratificò il provvedimento, rendendolo nullo. Ora la stessa Commissione, i cui membri sono tutti di nomina governatoriale, è tornata a dare il “solito” parere negativo.
Sirhan oggi ha 78 anni. Nato a Gerusalemme da famiglia palestinese di origini giordane, cristiano, si era trasferito negli Stati Uniti all’età di 12 anni al seguito dei genitori. All’età di 24 anni, la sera del 4 giugno 1968, in una data che segnava il 1° anniversario della Guerra dei Sei Giorni, sparò al senatore Robert Kennedy, che a Los Angeles stava festeggiando la vittoria nelle primarie del Partito Democratico. Con quella vittoria il fratello minore del 35  presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, ucciso a Dallas nel 1963, si avviava ad essere in candidato democratico alle presidenziali del novembre ’68, elezioni che poi videro la vittoria del candidato repubblicano Nixon.
Sirhan, le cui cartelle cliniche dell’epoca attestano che avesse problemi mentali e di alcolismo, attese Kennedy nei locali dell’Hotel Ambassador di Los Angeles, e facendosi largo tra la folla gli arrivò vicino, e sparò diversi colpi con un revolver di piccolo calibro (un “22”) a canna corta. Colpì Kennedy tre volte, prima di essere gettato a terra dalla scorta e dai presenti. Il primo colpo, esploso da pochi centimetri, aveva però colpito il senatore alla testa, e Kennedy junior morì poche ore dopo in ospedale.
Sirhan disse di aver voluto vendicare il suo popolo, sconfitto dagli israeliani anche grazie a 50 aerei da guerra che gli Stati Uniti avevano ceduto ad Israele, operazione voluta anche dal senatore Kennedy. E poiché Kennedy in campagna elettorale continuava a dirsi favorevole ad un appoggio incondizionato ad Israele, in un diario manoscritto di Sirhan compaiono più volte frasi come “Kennedy deve morire”, “Kennedy deve essere ucciso”, “Ucciderò Kennedy”.
Al processo gli avvocati di Sirhan impostarono la difesa sull’instabilità mentale dell’imputato, che avrebbe agito impulsivamente. La pubblica accusa esibì invece le pagine del diario, dove le ripetute accuse a Kennedy non vennero interpretate come segno di labilità mentale, ma di premeditazione.
Il giovane palestinese venne condannato a morte il 23 aprile 1969. Non emersero mai evidenze di possibili complici, ma questo non ha impedito che nel corso del tempo si sviluppassero varie teorie “complottiste” su quello che, giudiziariamente, rimane il gesto di un giovane isolato. A dire il vero anche la difesa, nella persona dell’avvocato William Francis Pepper (difensore anche di James Earl Ray, l'assassino di Martin Luther King, ucciso pochi mesi prima di Kennedy Jr.), cavalcò teorie strane, arrivando a sostenere che Sirhan fosse innocente in quanto non aveva agito di sua volontà ma perché qualcuno lo aveva “programmato” attraverso l’ipnosi.
Nel 1972, dopo che la legge capitale della California era stata dichiarata incostituzionale, e prima che una modifica legislativa la facesse dichiarare nuovamente costituzionale, Sirhan ebbe la pena commutata in ergastolo. Allora non esisteva l’ergastolo senza condizionale. Per l’ergastolo “normale” la condizionale può essere chiesta dopo 25 anni. Maturati i termini, Sirhan ha presentato la richiesta di libertà condizionale 14 volte, ed è sempre stata respinta. Il 27 agosto 2021 la sua 15° richiesta venne invece accettata, anche grazie ad una innovativa presa di posizione del procuratore distrettuale della Contea di Los Angeles, George Gascon. Gascon, che in passato era stato anche vicecapo della polizia di Los Angeles, la città dove Sirhan ha ucciso Kennedy, ritiene che il compito del pubblico accusatore termini con il processo, e che la Pubblica Accusa non debba interferire con chi è chiamato a valutare l’eventuale percorso rieducativo di un condannato. Per questo motivo, a differenza degli anni precedenti, la Pubblica Accusa non si era opposta alla richiesta di libertà condizionale di Sirhan, così come non è poi opposta in casi simili.
Davanti alla Commissione, Sirhan era stato interrogato esplicitamente sul tema del “ravvedimento”. Dopo le iniziali “rivendicazioni” a favore della causa palestinese, col passare degli anni Sirhan non è più tornato compiutamente sull’argomento, iniziando a sostenere di non avere nessuna memoria del giorno dell’omicidio. Se fosse stato liberato, Sihran, nato a Gerusalemme ma di cittadinanza giordana, probabilmente sarebbe stato espulso verso la Giordania. Con questo dato in mente, Robert Barton, uno dei due membri della Commissione che lo aveva interrogato nel 2021, gli aveva chiesto se c’era da aspettarsi che una volta liberato avrebbe svolto opera di testimonianza e propaganda a favore della resistenza armata palestinese. Sirhan con molta calma aveva risposto invitando la Commissione a valutare l’ipotesi opposta, e cioè che dopo tanti anni di carcere l’ex detenuto Sirhan probabilmente avrebbe testimoniato sull’inefficacia dell’uso della violenza, e a favore di un modo amichevole e nonviolento di risolvere il problema. Poco prima Sirhan aveva detto di essere ormai troppo vecchio per essere coinvolto nel conflitto in Medio Oriente Sirhan, e di sentirsene distaccato, consapevole solo dell’enorme sofferenza sopportata dai profughi.
Quell’anno, oltre alla non-opposizione della Procura, 2 degli 8 figli della vittima ancora in vita si erano espressi, Robert e Douglas Kennedy, ed anche Paul Schrade, un sindacalista amico di Kennedy che gli stava accanto al momento dell’attentato ed era stato ferito gravemente, seppure involontariamente, da Sirhan.
Dopo che la stampa aveva diffuso la notizia dell’esito positivo dell’udienza, gli altri 6 figli viventi della vittima (Joseph, Courtney, Kerry, Christopher, Maxwell e Rory Kennedy) hanno espresso il loro disappunto, invitando il governatore della California, Gavin Newsom, a non ratificare il provvedimento. Cosa che poi il governatore ha fatto il 13 gennaio 2022, fornendo le sue motivazioni in un lungo articolo pubblicato lo stesso giorno sul quotidiano Los Angeles Times. Sostanzialmente Newson, lo scorso anno, aveva ritenuto che il ravvedimento che pure aveva dichiarato davanti alla Commissione e in alcune interviste, non fosse “abbastanza profondo”, visto il danno fatto all’intera nazione americana e agli 11 figli della vittima.
Oggi, come abbiamo detto, la Commissione, la cui composizione è nel frattempo stata modificata, ha espresso per la 16° volta parere negativo alla richiesta di scarcerazione di Sirhan, ed ha fissato a tre anni da oggi una eventuale prossima udienza.
Sul caso Sirhan vedi anche NtC 02/03/2011, 23/04/2015 e 27/08/2021.

https://www.reuters.com/world/us/robert-kennedy-assassin-sirhan-sirhan-denied-parole-16th-time-2023-03-01/

(Fonti: Reuters , NtC, 01/03/2023)

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