USA: PRESENTATE PRIME ISTANZE SULL’INCOSTITUZIONALITÀ DELLA PENA DI MORTE
30 novembre 2015: Presentate le prime istanze sull’incostituzionalità della pena di morte, e non solo dei vari metodi di esecuzione. Come è noto il 19 giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato a stretto margine (5-4) la costituzionalità dell’uso del Midazolam per le iniezioni letali. Due giudici hanno voluto depositare la loro opinione in dissenso. I giudici Stephen Breyer e Ruth Bader Ginsburg si sono spinti fino a mettere in discussione la stessa pena di morte. “Sarebbe opportuno trattare una questione più di base: se la pena di morte viola la costituzione. Per come viene amministrata oggi, la pena di morte mostra, da un punto di vista costituzionale, tre difetti fondamentali: è inaffidabile, è applicata in maniera arbitraria, e i suoi tempi molto lunghi minano gli effetti retributivi che dovrebbe avere. Forse non è un caso se molti stati ne hanno abbandonato l’uso”. Nelle settimane e nei mesi successivi si è aperto un vasto dibattito tra chi contrasta la pena di morte. Da un lato chi propone di accogliere il suggerimento dei giudici costituzionali e “tentare l’assalto”. Dall’altro lato chi teme che i tempi non siano ancora sufficientemente maturi, e farsi dire di no oggi vorrebbe dire non poter ripresentare la stessa richiesta per molti anni a venire.
Alcuni avvocati però stanno presentando i primi ricorsi che, esaurito il vaglio delle corti locali e federali, nei prossimi anni potrebbero approdare alle Corti Supreme di stato prima, e degli Stati Uniti poi.
In Pennsylvania i difensori di Brandon Perry Smith stanno cercando di ottenere che vengano chiamati a deporre in tribunale i 29 procuratori distrettuali dello Utah, dove circa 150 persone sono state condannate all’ergastolo senza condizionale per un reato del tutto simile a quello che invece in Pennsylvania comporta di solito una condanna a morte.
Secondo i difensori si Smith, questo è un classico caso di arbitrarietà della pena di morte.
In Vermont i difensori di Donald Fell contestano una condanna a morte federale rilevando che in molti stati la pena di morte è stata abolita, e che anche dove è ancora in vigore viene applicata senza nessuna uniformità.
In Pennsylvania gli avvocati di Shonda Walters hanno incardinato già da tempo un ricorso (Walter v. Pennsylvania) in cui contestano la storica sentenza del 2 luglio 1976 con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha reintrodotto la pena di morte negli Usa (Gregg v. Georgia). Secondo loro la reintroduzione “si è dimostrata sbagliata, costellata di errori, o illusoria”. Gli avvocati della Walters vogliono che la Corte Suprema si pronunci sul loro assunto che “gli standard di decenza americani si sono evoluti al punto che oggi la pena di morte non è più costituzionalmente sostenibile”. (Fonti: DPIC, 30/11/2015)
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