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USA - Messe in calendario 4 esecuzioni federali a luglio e agosto. Improbabile che vengano effettuate.

15 giugno 2020:

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha messo in calendario 4 esecuzioni a luglio e agosto. Improbabile che vengano effettuate. Eventualmente sarebbero le prime esecuzioni federali in 17 anni. Trump, sostenitore della pena di morte già da quando era solo un imprenditore e comprava pagine di pubblicità sui quotidiani sollecitando l’esecuzione di 4 giovani di colore (poi prosciolti), insiste nel voler riattivare le esecuzioni federali. Oggi il Procuratore Generale degli Stati Uniti (ministro della giustizia) William Barr ha reso noto di aver fissato la data di 4 esecuzioni per luglio e agosto di quest’anno. È improbabile che le esecuzioni possano essere effettuate: sul protocollo di esecuzione federale pende una serie di ricorsi, che l’attivismo dell’Amministrazione ha risolto solo in parte.
"I quattro assassini le cui esecuzioni oggi mettiamo in calendario hanno ricevuto un processo completo ed equo ai sensi della nostra Costituzione e delle nostre leggi", ha dichiarato il procuratore generale Barr in una nota. "Lo dobbiamo alle vittime di questi orribili crimini e alle loro famiglie, per portare a compimento la sentenza imposta dal nostro sistema giudiziario".
Tutti e 4 i condannati sono accusati di aver ucciso minorenni, a volte bambini. E tutti e 4 sono bianchi. Daniel Lewis Lee è accusato di aver ucciso una famiglia di tre persone, tra cui una bambina di otto anni. È nel braccio della morte dal 1999; la sua esecuzione è prevista per il 13 luglio. Per il 15 luglio è messa in calendario l’esecuzione di Wesley Ira Purkey, che è accusato di aver violentato e ucciso una ragazza di 16 anni. Per il 17 luglio è messa in calendario l’esecuzione di Dustin Lee Honken, accusato di aver sparato e ucciso cinque persone, tra cui due bambine di 6 e 10 anni. Keith Dwayne Nelson, che è accusato di aver violentato e strangolato una bambina di 10 anni, è stato messo in calendario per il 28 agosto. Le esecuzioni federali sono state estremamente rare negli ultimi decenni. Secondo il Death Penalty Information Center, ne sono state compiute solo 3 da quando la pena di morte federale è stata ripristinata nel 1988, tutte sotto l’amministrazione di George W. Bush.
Nel 2014, il presidente Barack Obama aveva ordinato una revisione dei protocolli di esecuzione (vedi NtC 02/05/2014). La revisione scaturiva dal fatto che le esecuzioni federali avrebbero dovuto svolgersi con la stessa procedura che in Oklahoma aveva da poco causato una cosiddetta “esecuzione difettosa”, quella di Clayton Lockett (vedi NtC 29/04/2014), morto dopo più di un’ora.
Il 25 luglio 2019 (vedi) Barr aveva annunciato che la revisione era terminata, e il governo intendeva riprendere le esecuzioni, l’ultima delle quali era stata effettuata nel 2003. Contestualmente, sempre il 25 luglio (vedi) il BOP (Federal Bureau of Prisons) annunciava l’adozione di un nuovo protocollo di esecuzione. Il 21 novembre 2019 (vedi) la giudice federale Tanya S. Chutkan della Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto della Columbia aveva emesso un'ingiunzione preliminare che bloccava le esecuzioni in attesa che fossero completati i ricorsi contro il protocollo di esecuzione federale, partendo dal presupposto, che la giudice aveva condiviso, che Dipartimento di Giustizia e BOP non avessero l'autorità legale per stabilire unilateralmente un nuovo protocollo di esecuzione.
Il 2 dicembre 2019 (vedi) la Corte d'appello degli Stati Uniti per il circuito del Distretto di Columbia (la corte federale che ha giurisdizione su Washington DC) aveva respinto 3-0 il ricorso dell’Amministrazione, la quale era ricorsa alla Corte Suprema, la quale, a sua volta, il 6 dicembre (vedi) aveva confermato la validità della sospensione. Il 7 aprile 2020 (vedi) la corte d’appello federale cambiava idea e, con il voto favorevole di 2 giudici nominati da Trump, votava 2-1 per annullare l'ingiunzione. Avevano votato a favore i due giudici nominati da Trump, Gretory Katsas, nominato nel 2017, e Neomi Rao, nominata nel 2019. Aveva votato contro il giudice David Tatel, nominato da Bill Clinton. La sentenza del 7 aprile, emessa senza motivazione, e con una ratio che era stata criticata da diversi osservatori, non dava il via libera alle esecuzioni, stabiliva solo che il BOP ha l’autorità di modificare il protocollo. La stessa sentenza però rimandava il caso alla giudice Chutkan perché entrasse nello specifico delle modifiche proposte dal BOP, il che già allora lasciava immaginare che la questione potrebbe andare ancora per le lunghe. La sicurezza ostentata da Barr è forse una “arma di distrazione di massa” in un momento in cui, con le manifestazioni di “Black Lives Matter”, la linea “law and order” di Trump mostra evidenti limiti. La dichiarazione di Barr arriva nello stesso giorno in cui Trump annuncia un ordine esecutivo “per mettere ordine nelle forze di polizia”. In realtà Sembra che Trump abbia voluto battere sul tempo Camera e Senato, che stanno studiando una riforma dei corpi di polizia, ma per il momento la proposta di Trump contiene poco più della promessa di “creare dei registri dove vengano annotate le segnalazioni di abusi”.

https://www.justice.gov/opa/pr/executions-scheduled-four-federal-inmates-convicted-murdering-children

https://www.npr.org/2020/06/15/877748845/federal-executions-set-to-resume-after-nearly-two-decade-hiatus

(Fonti: npr.org, NtC, 15/06/2020)

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