IRAN - Il minorenne condannato a morte Ali Arjangi eviterà l’esecuzione
30 giugno 2021: Il minorenne condannato a morte Ali Arjangi eviterà l’esecuzione: la sua famiglia sembra sia riuscita a pagare il “prezzo del sangue”. Come NtC aveva riportato il 17 giugno 2020 (vedi), l’esecuzione del ragazzo, che al momento del reato aveva 17 anni e 3 mesi, sembrava imminente. In quella notizia si ricostruiva che, secondo IHR, Ali Arjangi è nato il 3 febbraio 2000, ed era stato condannato a morte per un omicidio commesso, secondo il suo avvocato, per ‘legittima difesa’, l'8 maggio 2017. Arjangi era stato condannato a morte da un tribunale di Ardabil, e la sentenza era stata confermata dalla Corte Suprema. Alla famiglia era stato dato tempo fino al 21 maggio per versare l’importo del diya (‘prezzo del sangue’) stabilito dalla famiglia della vittima. La madre aveva fatto sapere che, dopo aver venduto tutto quanto possedeva, era riuscita a raccogliere solo 1/5 della cifra necessaria. Il termine per raccogliere il denaro le era stato prorogato fino alla fine di luglio. IHR il 12 giugno aveva dato la notizia che il giovane era stato ricoverato all’ospedale di Fatemi dopo che aveva tentato il suicidio nella prigione di Ardabil tagliandosi la gola e le vene dei polsi, poi suturare con 45 punti. Grazie alla circolazione delle notizie riguardanti il caso, la madre del ragazzo è stata aiutata da istituzioni di beneficenza e donazioni individuali, e la cifra necessaria è stata raggiunta. Secondo le informazioni ottenute da Iran Human Rights, la cifra è stata versata oggi, e questo significa che il ragazzo non sarà giustiziato. Non è chiaro se, una volta pagato il “prezzo del sangue”, il detenuto venga scarcerato, o se la condanna a morte venga commutata in una lunga pena detentiva.
https://iranhr.net/en/articles/4784/ https://iranhr.net/en/articles/4768/ (Fonte: IHR)
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