ZIMBABWE: IPOTESI DI RIDUZIONE DELLA PENA CAPITALE
28 marzo 2012: lo Zimbabwe sta prendendo in considerazione l’ipotesi di limitare la pena di morte, in base alla nuova Costituzione proposta, punendo con l’esecuzione solo i casi estremi di omicidio aggravato, ha dichiarato il ministro per gli Affari Costituzionali Eric Matinenga.
Solo i killer che commetteranno violenza gratuita nella misura in cui diventi ripugnante saranno impiccati, ha detto Matinenga.
In un compromesso tra difensori dei diritti umani e sostenitori tradizionali della pena capitale, spetterà ai giudici pronunciarsi sul livello di violenza perpetrata.
Matinenga ha dichiarato all’agenzia Associated Press che nonostante le richieste di abolizione, la pena di morte non può essere totalmente abolita perché ci sono omicidi che non possono essere tollerati.
Il destino di 61 prigionieri nel braccio della morte sarà deciso in base ai meriti individuali se la misura sarà adottata nel referendum costituzionale previsto per il mese di settembre.
I gruppi per i diritti asseriscono che ogni omicidio è espressione di violenza estrema e che la questione sarà oggetto di ampie interpretazioni nei tribunali chiamati a distinguere tra omicidi con armi da taglio scaturiti da controversie nei villaggi, omicidi con arma da fuoco dovuti a rabbia, omicidi a sangue freddo e premeditati.
Durante i tre anni del governo di coalizione non si sono verificate esecuzioni ed il primo ministro Morgan Tsvangirai ha sempre espresso disapprovazione nei confronti dell’impiccagione.
Gli ordini di esecuzione devono essere firmati dai Ministri della Giustizia della coalizione e approvati dal presidente Robert Mugabe e da Tsvangirai.
Le esecuzioni sono state sospese per un decennio dopo che il presidente Mugabe ha incontrato Papa Giovanni Paolo II nel 1988. Durante la moratoria decine di condanne a morte sono state commutate in ergastolo dal momento che i prigionieri soffrivano nell’attesa dell’esecuzione.
Matinenga ha dichiarato che esistono già delle leggi che consentono ai condannati di appellarsi affinchè la condanna all’impiccagione venga commutata in ergastolo.
Nel 2010 il Ministro della Giustizia ha dichiarato di essere alla ricerca di un boia.
I gruppi per i diritti umani hanno citato nel 2010 un appello alla Corte Suprema da parte di un prigioniero del braccio della morte che, insieme ad altri, si sentiva impazzire nell’attesa dell’esecuzione.
I dati ufficiali indicano che 78 persone sono state giustiziate in Zimbabwe da quando il Paese africano ha ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1980. (Fonti: Associated Press, 28/03/2012)
|