CONNECTICUT (USA): IL RUOLO DEI PARENTI DELLE VITTIME NELL’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE
12 aprile 2012: tra le persone che, sedute tra il pubblico, hanno seguito i passaggi in Camera e Senato del Connecticut della legge approvata per abolire la pena di morte c’era Elizabeth Brancato, da molto tempo una paladina dell’abolizione, nonostante la madre sia stata uccisa da un ladro penetrato nella sua abitazione nel 1979.
Da sempre contraria alla pena di morte, il suo impegno è andato aumentando man mano che incontrava altri parenti di vittime frustrati dalla lunghezza infinita dei processi e dei ricorsi dei condannati a morte. Ha anche aperto un blog per dar spazio ad altre voci di parenti delle vittime favorevoli all’abolizione, la cui voce veniva trascurata nel dibattito.
Quando il 5 aprile, a notte fonda, la legge superò il suo ostacolo più duro, il passaggio al Senato, la Brancato era in aula, e commentò: “È stato uno dei momenti più belli della mia vita”.
Sono circa 180 i parenti delle vittime che in Connecticut si sono impegnati a favore dell’abolizione, in incontri con i parlamentari, organizzando petizioni e partecipando a conferenze. Secondo diversi esperti di diritti umani, l’alto numero di parenti delle vittime coinvolti nel processo di abolizione in Connecticut è un dato particolare, ma anche in altri stati gruppi, seppure meno numerosi, di parenti delle vittime stanno avendo un ruolo molto importante.
Shari Silberstein, direttrice di Equal Justice USA, ad esempio ha detto che sono circa 50 i parenti delle vittime che lavorano per l’abolizione in Maryland. Altri gruppi hanno avuto un ruolo importantissimo nelle recenti abolizioni in New Jersey e New Mexico, e gruppi consistenti si sono formati più recentemente in California, Colorado e Montana.
Sul versante opposto, a battersi contro la nuova legge del Connecticut è stato soprattutto William Petit, che nel 2007 ha perso la moglie e le due figlie per mano di due ladri da poco rilasciati “sulla parola”. Lo scorso anno fu proprio l’intenso attivismo di Petit a convincere i Senatori a bocciare la legge che era già passata alla Camera.
Quest’anno molti parlamentari hanno detto di aver cambiato posizione proprio dopo aver ascoltato le storia di chi ha perdonato gli assassini dei loro cari. Kim Rose, una deputata democratica, ha detto di essersi decisa ad appoggiare l’abolizione dopo aver parlato con un uomo che ha perdonato l’assassino di suo figlio: “Nel momento in cui ho guardato nei suoi occhi, ed ho sentito la sua storia, ed ho sentito il suo dolore, ho capito. Il percorso attraverso il quale quell’uomo aveva raggiunto un certo grado di pace ha costituito per me un punto di svolta”.
Dopo l’approvazione ieri notte della legge, circa una decina di parenti delle vittime che erano sedute tra il pubblico si sono avvicinate ai deputati per ringraziarli. Alcuni hanno abbracciato il democratico Gary Holder, uno dei più attivi a favore della legge. Holder ha così commentato: “Ci sono famiglie che concordano con me, ed altre no. Ma io ho parlato con entrambi i gruppi, credo sia il minimo si debba fare quando si affrontano temi così delicati”.
È opportuno ricordare che il 21 marzo era stato reso noto un sondaggio che indicava il 62% di contrari alla iniziativa abolizionista. Dopo quel sondaggio il governatore Malloy aveva fatto sapere che manteneva la sua posizione abolizionista, e che su un tema del genere è più che mai giusto che i politici si comportino secondo coscienza, non secondo opportunità. (Fonti: Associated Press, 12/04/2012)
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