ZIMBABWE: MINISTRO DELLA GIUSTIZIA NON FIRMERÀ CONDANNE A MORTE
22 agosto 2014: il Ministro della Giustizia, degli Affari Giuridici e Parlamentari, Emmerson Mnangagwa, ha detto che i 97 detenuti nel braccio della morte dello Zimbabwe, tra cui una donna, devono la loro vita alla sua contrarietà alla pena di morte.
La nuova Costituzione del Paese, adottata nel marzo 2013, abolisce la pena di morte per le donne, per i minori di 21 anni e le persone sopra i 70.
“Non ho mai firmato ordini di esecuzione e da quando sono diventato Ministro della Giustizia ho combattuto contro questo tipo di pena. Ho perso la prima volta in parlamento per tre voti, ma poi ho fatto un po’ di passi avanti ottenendo che almeno i minori di 21 anni e quelli sopra i 70 fossero esclusi dalla pena di morte”, ha detto Mnangagwa tra gli applausi degli oltre 600 avvocati convenuti a Victoria Falls per il 15° meeting annuale dell’area del SADC.
Il tema della conferenza di quest’anno degli avvocati del SADC era: Rafforzamento dello Stato di Diritto e del Buon Governo nella regione del SADC: per una Leadership trasparente e responsabile contro la pena di morte.
Mnangagwa, che scampò alla pena di morte per sabotaggio durante il dominio coloniale grazie al cavillo giuridico di essere minore di 21 anni, ha portato un momento di leggerezza nel suo intervento altrimenti grave quando ha detto che potrebbe tecnicamente evitare nuovamente la forca perché era ormai al di sopra dei 70 anni di età. Ha detto ai delegati che ora stava aspettando che il parlamento e le altre parti interessate prevedessero aggravanti di reato più gravi per poter comminare la pena capitale agli imputati maggiori di 21 anni e sotto i 70. (Fonti: thezimmail.co.zw, 23/08/2014)
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