INDIA: LA CORTE SUPREMA SI ALLONTANA DALLA PENA DI MORTE
19 settembre 2016: la Corte Suprema indiana si è allontanata dalla pena di morte dopo aver commutato la condanna a morte di un giovane responsabile dello stupro e omicidio di una bambina di sette anni con la Categoria Speciale di Punizione.
La Corte nella sua innovazione giudiziaria ha comminato al detenuto 25 anni di carcere ritenendoli una appropriata punizione intermedia tra la pena di morte e l'ergastolo.
La Categoria Speciale di Punizione è l'innovazione giudiziaria che divergerà dalla pena capitale. Sarà limitata a "pochissimi casi". In questo caso la pena capitale sarà trasformata in carcere a vita senza il beneficio di rilascio per periodi prolungati che vanno da 25 a 30 anni, se non di più.
E' stata formalizzata da una Sezione Costituzionale della Corte Suprema nel caso dei killer di Rajiv Gandhi nel dicembre 2015. Aiuta a “disfarsi della pena di morte "e risponde alle reali preoccupazioni della società che sia fatta giustizia.
La Categoria Speciale di Punizione per la prima volta è stata menzionata nel 2008 nella sentenza della Corte Suprema nel caso Swami Shraddananda contro lo Stato del Karnataka. Più tardi, nel 2016, la Corte si è attribuita l'autorità di modificare le leggi sulla condanna e sviluppare una categoria speciale di sentenza nel giudizio relativo al caso Unione dell’India contro Sriharan alias Murugan.
L'innovazione giudiziaria della categoria speciale di punizione colma il divario tra la condanna a morte (pena di morte) da una parte e soli 14 anni di effettivo ergastolo dall'altra. Essa può essere considerata come sforzo della Corte Suprema affinché nessuna parte (condannato o società) sia perdente. Così, si può dire che con l'innovazione giudiziaria della categoria speciale, la Corte Suprema potrebbe aver trovato un'alternativa alla pena capitale. (Fonti: currentaffairs.gktoday.in, 19/09/2016)
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