CINA: GIURISTI CONTRARI ALL’ESECUZIONE IMMEDIATA
21 ottobre 2016: diversi giuristi cinesi hanno espresso
contrarietà all’esecuzione immediata di un imputato che era stato condannato a
morte per aver ucciso un capo villaggio, dopo la demolizione della sua casa, avvenuta
20 giorni prima del suo matrimonio.
La Corte Suprema del Popolo aveva approvato la condanna a morte di Jia
Jinglong, un abitante di Shijiazhuang, capoluogo della provincia settentrionale
di Hebei, nel mese di agosto e la sentenza è stata consegnata all'avvocato di
Jia, Wei Rujiu, il 18 ottobre.
Secondo una copia del verdetto della Corte Suprema inviata al Global Times il
20 ottobre, Jia avrebbe acquistato e modificato tre pistole sparachiodi dopo la
demolizione della sua casa, durante la campagna di ricostruzione del paese nel
2013, e le avrebbe usate per uccidere He Jianhua, il capo del villaggio, nel
febbraio 2015, al fine di vendicarsi.
Le modalità del delitto furono estremamente crudeli e causarono un grave
impatto sociale, è scritto nella sentenza, aggiungendo che la condanna era
appropriata e accurata.
Tuttavia, Wei ha detto al Global Times che la casa di Jia fu rimossa con
l’inganno, il che è illegale, portando direttamente l'uomo "che aveva vissuto
una vita tranquilla" a commettere l’omicidio.
L'ordine di esecuzione immediata ha suscitato nel Paese dibattiti in campo
legale, con alcuni docenti secondo cui la pena è troppo dura.
"A parte i motivi personali, l'uccisione è stata anche un fallimento istituzionale.
Qualsiasi persona normale potrebbe ricorrere agli stessi mezzi di Jia
trovandosi di fronte ad un trattamento ingiusto", ha detto Zhang Qianfan,
professore di diritto all'Università di Pechino.
La Cina controlla rigorosamente la pena di morte e la impiega con prudenza,
secondo un libro bianco uscito a settembre, ha riportato la Xinhua.
Il libro bianco, intitolato Nuovi Progressi nella Tutela
Giurisdizionale dei Diritti Umani in Cina, ha affermato che la posizione della
Cina sulla pena di morte è quella di garantire che essa si applichi solo a un
piccolo numero di autori di crimini di estrema gravità. (Fonti: Global Times, 21/10/2016)
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