ARKANSAS (USA): RICKEY DALE NEWMAN SCARCERATO DOPO 16 ANNI E MEZZO DI DETENZIONE
11 ottobre 2017: Rickey Dale Newman è stato scarcerato oggi dopo 16 anni e mezzo di detenzione, 12 dei quali nel braccio della morte. Newman, 59 anni, bianco, è stato inserito con il n° 160 nella lista “innocence List” del Death Penalty Information Center, ossia la 160° persona prosciolta dal 1973 ad oggi dopo aver ricevuto una condanna a morte. Newman nel 2002 aveva licenziato il difensore di ufficio, aveva chiesto e ottenuto di difendersi da solo, aveva confessato di aver ucciso, il 7 febbraio 2001, Marie Cholette, 46 anni, e aveva chiesto ai giurati popolari della Crawford County di essere condannato a morte. Sia l’imputato che la vittima all’epoca erano dei senza fissa dimora. L’imputato in passato era stato un Marine, ma in seguito gli era stata diagnosticata depressione grave, disordine da stress post traumatico a seguito di abusi subiti da bambino, e quoziente intellettivo nella fascia della disabilità intellettiva. All’epoca del processo la pubblica accusa presentò un test di laboratorio (in seguito rivelatosi falsificato) che indicava come appartenente alla vittima un capello trovato sugli abiti di Newman. In seguitò si scoprì che la stessa pubblica accusa aveva tenuto nascosti alcuni elementi che contraddicevano la confessione di Newman, e più accurati test del Dna sul capello usato per condannare Newman esclusero che appartenesse alla vittima. Inoltre fu appurato che la valutazione psicologica (indispensabile per consentire ad un imputato di difendersi da solo) conteneva “errori significativi”. Nel 2005, 4 giorni prima dell’esecuzione fissata per il 26 luglio, Newman aveva consentito ai suoi nuovi difensori d’ufficio (compresa Julie Brain che lo ha assistito fino ad oggi) di chiedere una sospensione, che fu concessa. I nuovi avvocati, dell’ufficio del Federal Defender, avevano iniziato una lunga serie di ricorsi basati sulle sue condizioni mentali dell’imputato, che non gli avevano permesso una adeguata difesa all’epoca del processo che aveva portato una giuria popolare, dopo un processo di un solo giorno, a condannarlo a morte il 10 giugno 2002, sentenza poi ratificata da un giudice nel novembre dello stesso anno. Il 16 gennaio 2014 la Corte Suprema di stato riconobbe le compromesse condizioni mentali dell’imputato, e decise che la confessione del primo processo non era valida. Il processo doveva essere ripetuto, senza utilizzare la prima confessione. Lo scorso 21 settembre la Corte Suprema di stato respinse il ricorso della pubblica accusa e confermò l’inutilizzabilità della confessione. Il rappresentante della pubblica accusa, Ron Fields, preso atto del cattivo stato di conservazione delle prove, e della mancanza di testimonianze decisive, ha ritirato l’imputazione di omicidio di 1° grado. Contro l’imputato rimaneva praticamente solo la circostanza che, ripreso da una telecamera di sorveglianza, Newman era entrato in un negozio di liquori in compagnia della vittima il giorno stesso della scomparsa della donna, il cui corpo venne ritrovato pochi giorni dopo con gravissime mutilazioni agli organi genitali. Oggi il giudice Gary Cottrell ha ratificato il ritiro dell’imputazione. (Fonti: arkansasonline.com, 11/10/2017)
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