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GHANA. MINISTRO DELLA GIUSTIZIA PROPONE ABOLIZIONE PENA DI MORTE
25 ottobre 2005: Il Procuratore Generale e Ministro della Giustizia ghanese, Ayikoi Otto, ha proposto l’abolizione della pena di morte, in occasione di un convegno intitolato “Analisi della pena capitale in Ghana”, svoltosi nella capitale Accra. Esiste il dubbio – ha detto il Ministro della Giustizia nel messaggio inviato al convegno – che non tutti i condannati a morte abbiano commesso propriamente un omicidio, dal momento che prove indiziarie potrebbero aver portato nel braccio della morte delle persone innocenti. Considerata la gravità di un omicidio ed il dolore causato alle famiglie delle vittime, lunghe pene detentive senza possibilità di libertà condizionata potrebbero essere una valida alternativa, ha detto Otto, aggiungendo di non credere che la pena di morte costituisca un deterrente nei confronti degli omicidi. Recenti ricerche hanno inoltre mostrato che sempre più persone chiedono di sostituire la pena di morte con altre forme di punizione.
Anche Anna Bossman, commissaria della CHRAJ (Commissione sui Diritti Umani e la Giustizia Amministrativa), istituzione formalmente autonoma dal Governo, ha inviato un messaggio al convegno, in cui si dice convinta che la pena di morte non debba più aver posto tra gli uomini. E’ necessaria la completa abolizione della pena di morte, dal momento che viola i diritti umani fondamentali ed umilia la dignità dell’Uomo.
In base ai registri delle prigioni – ha concluso la Bossman – sono 148 i prigionieri nel braccio della morte del Paese. Ken Attafuah, dell’Istituto del Ghana di Management e Pubblica Amministrazione (GIMPA), ha dichiarato che la pena di morte viola gli standard relativi ai diritti umani e che ogni legge che contrasta con tali diritti dovrebbe essere eliminata. Le esecuzioni effettuate all’epoca del Consiglio Rivoluzionario delle Forze Armate (AFRC) e del Consiglio Provvisorio di Difesa Nazionale (PNDC) – ha detto Attafuah – non hanno mai costituito un deterrente. Al contrario, i crimini violenti sono aumentati. Da allora nulla è cambiato per quanto riguarda la criminalità, e la gente del Ghana è rimasta così come era. Ha detto che l’esecutivo dovrebbe mettere in pratica i principi del buon governo e assicurare sviluppo all’economia affinché le persone conducano una vita dignitosa.
Il direttore esecutivo del Ministero delle Prigioni, Rev. Chris Hesse, intervenendo nell’ambito dell’”analisi delle condizioni di detenzione in Ghana”, ha chiesto un miglioramento delle condizioni all’interno delle prigioni del Paese. Le prigioni – ha spiegato Hesse – devono essere dignitose affinché sia raggiunto l’obiettivo del cambiamento e della riabilitazione della persona. Il convegno è stato organizzato dalla CHRAJ in collaborazione con Azione di Sostegno e Riabilitazione per i Detenuti (PRAWA), una Ong impegnata nel miglioramento del Sistema Penale e nel sostegno a detenuti, ex-detenuti, vittime di torture e loro famiglie. (Fonti: Graphic Ghana, 26/10/2005)
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