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Ahmed Khadr, in una foto distribuita ai media da sua madre |
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GUANTANAMO. USA NON CHIEDERANNO CONDANNA A MORTE PER ALTRI CINQUE
9 novembre 2005: una portavoce del Pentagono ha annunciato che le autorità Usa non chiederanno la condanna a morte di nessuno dei cinque prigionieri di Guantanamo le cui incriminazioni sono state rese note il 7 novembre.
“Nessuno dei cinque casi sarà considerato un caso capitale”, ha dichiarato la portavoce, il Maggiore dell’Aeronautica Militare Jane Boomer, senza però spiegare le ragioni alla base della decisione.
Tra i cinque detenuti c’è Ahmed Khadr, un ragazzo canadese catturato in Afghanistan e inviato a Guantanamo all’età di 15 anni. Khadr, che da poco ha compiuto 19 anni, è accusato di aver lanciato la granata che uccise un medico delle Forze Speciali statunitensi, Christopher Speer, nei pressi di Khost.
Gli altri quattro prigionieri sono: i sauditi Ghassan Abdullah al-Sharbi e Jabran Said bin al-Qahtani, l’algerino Sufyian Barhoumi e l’etiope Binyam Ahmed Muhammed, tutti imputati di cospirazione per commettere omicidio, attacco contro civili, distruzione di proprietà e terrorismo.
Queste ultime incriminazioni portano a nove i detenuti di Guantanamo formalmente accusati di crimini.
I quattro precedentemente imputati sono: l’australiano David Hicks, gli yemeniti Salim Ahmed Hamdan e Ali Hamza Ahmed Sulayman al Bahlul ed il sudanese Ibrahim Ahmed Mahmoud al Qosi. Anche nei loro casi, le autorità statunitensi hanno deciso che non chiederanno la condanna a morte.
Sono circa 500 i prigionieri di Guantanamo, di questi solo i suddetti nove sono stati formalmente incriminati. (Fonti: Reuters, 9/11/2005)
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