ARABIA SAUDITA: CAMERIERA INDONESIANA QUASI SALVA
22 luglio 2013: una cameriera indonesiana condannata a morte in Arabia Saudita per aver ucciso il suo datore di lavoro potrebbe evitare l’esecuzione qualora il governo di Jakarta versasse alla famiglia della vittima un prezzo del sangue di circa 1,87 milioni di dollari, ha dichiarato in Indonesia un funzionario dell'agenzia di protezione dei migranti.
"Il nostro avvocato e la famiglia della vittima stanno discutendo in merito alla 'diyat' (compensazione monetaria) e la decisione sarà presa nel mese di agosto", ha detto Jumhur Hidayat, capo dell’Agenzia per il Collocamento e la Protezione dei lavoratori migranti.
La cameriera Satinah Binti Jumadi Ahmad, di Ungaran, Giava centrale, è stata condannata a morte per aver ucciso il suo datore di lavoro Nura al-Garib, fuggendo poi con 10 mila dollari della vittima nel 2007.
Satinah ha ammesso di aver ucciso al-Garib, ma ha detto che si è trattato di un incidente. La cameriera ha sostenuto che al-Garib stesse cercando di sbatterle la testa contro un muro, quando Satinah ha colpito la vittima al collo con un mattarello. Satinah ha sostenuto di averlo colpito per legittima difesa, citando mesi di abusi fisici e verbali.
L'ambasciata indonesiana a Riyadh dal 2007 tenta di ottenere la grazia per Satinah, avvicinando la famiglia della vittima per negoziare il pagamento del diyat, una pratica comune in Arabia Saudita.
Il Re saudita nel 2010 ha accettato di rinviare l'esecuzione di Satinah per consentire al governo di Jakarta di negoziare per ottenere il perdono dalla famiglia della vittima.
La famiglia inizialmente avrebbe chiesto 2,67 milioni di dollari nel 2011, tuttavia le due parti avrebbero concordato una cifra di 1,87 milioni di dollari, ha detto Jumhur.
I negoziati sono quasi conclusi, ha detto Jumhur, aggiungendo "Faremo del nostro meglio per salvarla". (Fonti: thejakartaglobe.com, 22/07/2013)
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