INDIA: COMMUTATA IN ERGASTOLO LA CONDANNA CAPITALE EMESSA PER LO STUPRO E OMICIDIO DI UNA BAMBINA
28 aprile 2021: L'Alta Corte di Madras, nello stato indiano del Tamil Nadu, il 26 aprile 2021 ha commutato in ergastolo la condanna a morte che era stata emessa in un caso di stupro e omicidio di una bambina di nove anni, commessi nel 2019 a Coimbatore. “Siamo convinti che questo caso non rientri nella categoria dei più rari tra i rari, secondo i principi stabiliti dalla Corte Suprema", hanno dichiarato i giudici PN Prakash e V Sivagnanam nel commutare la condanna capitale di Santosh Kumar. L’uomo era stato condannato a morte in primo grado il 27 dicembre 2019 dal tribunale speciale POCSO di Coimbatore. I giudici dell’Alta Corte hanno detto che "non è stato dimostrato che l'appellante (Santhosh Kumar) sia dedito alla criminalità e che sia una minaccia per la società, escludendo così ogni possibilità di cambiamento". "Nel caso in questione, non riteniamo che una condanna meno dura della pena di morte sia completamente preclusa. Poiché l'ergastolo è la regola e la condanna a morte è l'eccezione, la sentenza di morte emessa dal tribunale di primo grado viene commutata in ergastolo con la condizione che l'appellante non avrà diritto ad alcuna remissione o commutazione fino a quando non avrà completato 25 anni di reclusione effettiva", hanno stabilito i giudici, pur confermando la colpevolezza dell’appellante ai sensi della sezione 302 del Codice penale indiano. L’appellante dovrà inoltre pagare una multa di 100.000 rupie, in caso contrario dovrà scontare un ulteriore anno di carcere. I giudici hanno anche confermato la disposizione del tribunale di primo grado affinché venga nominato un agente investigativo donna per condurre ulteriori indagini sul caso poiché l’analisi del DNA ha suggerito il ruolo di un altro uomo nel crimine. L’Alta Corte ha inoltre confermato il risarcimento di un milione di rupie, stabilito dal tribunale di primo grado, da versare a Vanitha, la madre della vittima. L'importo deve essere pagato entro tre mesi, hanno precisato i giudici. (Fonti: PTI, 27/04/2021)
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