CORTE SUPREMA: PENA DI MORTE CONFERMATA PER LA ‘RAPITRICE DI DAMMAM’
26 maggio 2021: La Corte Suprema dell'Arabia Saudita il 24 maggio 2021 ha confermato la condanna a morte emessa da un tribunale penale di Dammam nel settembre 2020 nei confronti di una donna saudita nota sui media come la "rapitrice di Dammam". Nello stesso caso, la Corte Suprema ha confermato le condanne detentive di altri tre imputati. La donna, la principale imputata, è stata riconosciuta colpevole del rapimento di neonati a Dammam tre decenni fa, adozione illegale, falsificazione e relazione illegale. La Corte ha condannato il secondo imputato a un anno e mezzo di prigione e a una multa di 20.000 Riyal, mentre il terzo imputato, un cittadino yemenita, è stato incarcerato per 25 anni e mezzo. La Corte ha anche comminato un anno di reclusione e ha imposto una multa di 5.000 Riyal al quarto imputato. Il tribunale penale aveva riconosciuto la donna saudita colpevole di aver rapito due bambini maschi da un ospedale di Dammam negli anni '90. Ha cresciuto illegalmente i due bambini come se fossero suoi e, secondo quanto riferito, ha detto loro di essere nati fuori dal matrimonio. Le indagini della polizia sul rapimento dei bambini registrarono una svolta quando la donna cercò di richiedere le carte d'identità per i due ragazzi, che ora hanno circa vent'anni. Il mistero della scomparsa dei due bambini è stato risolto due anni fa, quando la donna ha presentato domande per ottenere i documenti di identità dei due ragazzi. Successivamente, le autorità hanno condotto esami medici che hanno escluso una relazione biologica tra la donna e i giovani, dimostrando invece il loro legame con altre famiglie saudite, che avevano denunciato a suo tempo il rapimento dei loro figli. Un quinto imputato nel caso è latitante. (Fonti: Gulf News, Saudi.in-24, 25/05/2021)
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