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| Tanzania - Free Tundu Lissu |
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TANZANIA - Il caso Tundu Lissu, e le elezioni del 29 ottobre
28 ottobre 2025: 28-10-2025 - TANZANIA. Il caso Tundu Lissu Mercoledì 29 ottobre si terranno in Tanzania le elezioni generali. Come è noto, in quella nazione è al potere lo stesso partito dalla data dell’indipendenza, il 1961, e l’unico candidato che sarebbe stato in grado di sfidare questo blocco di potere, Tundu Lissu, è stato arrestato ad aprile, e da allora è nel braccio della morte perché accusato di un reato gravissimo: TRADIMENTO.
Nessuno tocchi Caino ne sta seguendo le vicende, e sostanzialmente sembra di capire che per “tradimento” i magistrati governativi intendano che Lissu, 57 anni, avvocato nella vita civile, nei suoi comizi, avrebbe chiesto esplicitamente misure per evitare brogli elettorali. Aver espresso in maniera esplicita dubbi sulla correttezza dello spoglio delle schede elettorali è il motivo per cui la attuale presidente della Tanzania, Samia Suluhu Hassan, del Partito della Rivoluzione, ha vietato, con un decreto, a Lissu e a tutto il suo partito di partecipare alle elezioni. Alcuni osservatori “ottimisti”, Dopo aver notato le estenuanti lungaggini pre-processuali e la scarsa incisività dei capi d’imputazione, ritengono che una volta passate le elezioni, Lissu sarà condannato non a morte, come prevede l’accusa di tradimento, ma ad una pena inferiore, che lo costringa sostanzialmente all’esilio, o comunque che gli impedisca di continuare a fare politica.
Del resto Lissu ha trascorso, o meglio, ha dovuto trascorrere, buona parte degli ultimi anni all’estero.
Tundu Lissu infatti è stato gravemente ferito in un attentato il 7 settembre 2017 a Dodoma, capitale amministrativa della Tanzania.
L'attentato avvenne mentre Lissu, allora parlamentare e figura di spicco dell'opposizione, stava rientrando a casa dopo una sessione parlamentare. La sua auto venne colpita da 36 proiettili sparati da uomini mai identificati. 16 proiettili colpirono Lissu. L'attacco suscitò forte indignazione a livello nazionale e internazionale, e Lissu fu successivamente trasferito in Kenya per ricevere cure mediche, prima di proseguire la riabilitazione in Belgio.
L'episodio è considerato uno dei momenti più drammatici della recente storia politica tanzaniana, e ha segnato profondamente la carriera di Lissu, che ha continuato a denunciare la repressione politica nel paese. Nonostante le ferite e le minacce, è tornato in Tanzania nel 2020 per candidarsi alle elezioni presidenziali contro il presidente in carica John Magufuli. In quelle elezioni il partito di Lissu, Chadema, si classificò secondo nei risultati ufficiali (Risultati “ufficiali” sulla cui correttezza non ci sono conferme assestate. N.d.T.). Trascorsi 5 anni, Lissu ha provato di nuovo a sfidare il blocco di potere della Tanzania, e ancora una volta è stato fermato, stavolta con un arresto.
I fatti.
L'accusa sostiene che in un discorso tenuto da Tundu Lissu il 3 aprile 2025 a Dar es Salaam, e nei “take” diffusi sui social del suo partito, egli abbia incitato alla ribellione e minacciato il governo.
L'accusa ha citato alcuni post sui social media in cui egli avrebbe affermato: “Se questa posizione è vista come un incitamento, è vero... perché diciamo che ostacoleremo le elezioni, inciteremo alla ribellione... queste elezioni le sconvolgeremo davvero... le saboteremo gravemente...”.
Il processo è in corso e l'accusa ha presentato una prova video del discorso di Lissu. Lissu non ha contestato la veridicità del video, né è entrato nel merito del vero significato delle sue parole, di come esse vadano interpretate alla luce del fatto che Chadema è un partito di ispirazione liber-democratica, membro attivo del principale forum internazionale africano, il DUA (Democracy Union of Africa), che a sua volta è affiliato all'International Democracy Union (IDU), che promuove democrazia, libertà individuale ed economia di mercato.
Lissu, che nella fase preprocessuale è stato tenuto in isolamento stretto e non ha potuto incontrare gli avvocati del suo partito, si sta difendendo da solo, e nel tentativo di velocizzare il processo e costringere l’Alta Corte della Tanzania ad emettere un verdetto prima della data delle elezioni, in questa fase ha mosso alcune obiezioni tecniche, ossia l’inammissibilità del video come prova, la tardività con cui è stato allegato agli atti, e la mancanza di garanzie sulla catena di trasmissione della prova stessa. Se queste obiezioni fossero state accolte, il processo sarebbe termina immediatamente. Non sono state accolte.
Dopo aver a lungo tenuto segreta la lista dei testimoni che l’accusa intendeva utilizzare nel processo, finalmente questa breve lista è stata comunicata alla Corte: si tratta di due persone (probabilmente agenti governativi sotto copertura) che confermerebbero di aver sentito Lissu pronunciare alcune frasi “minacciose” in pubblico, e un esperto governativo che avrebbe esaminato una chiavetta Usb contenente un video di Lissu, attestando la non manipolazione del video.
Nonostante gli sforzi dell’avvocato/imputato Lissu di velocizzare il processo, siamo arrivati al 28 ottobre, e domani la Tanzania, importante nazione con 45 milioni di abitanti, andrà al voto. Non troverà il nome di Lissu sulla scheda, e non troverà nemmeno la casella del Partito Chedema.
Sul caso Lissu, vedi anche NtC 19/06/2025; 28/06/2025; 15/07/2025; 30/07/2025; 03/09/2025; 04/09/2025. (Fonte: NtC)
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