LA MOZIONE GENERALE DEL IV CONGRESSO DI NTC
18 dicembre 2009: Il IV Congresso di Nessuno tocchi Caino, che si è svolto il 17 e 18 dicembre 2009 nella Casa di Reclusione di Padova, ascoltate le relazioni del Segretario e del Tesoriere dell’Associazione, le approva.
Dopo lo straordinario successo del 18 dicembre 2007 all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Moratoria Universale delle esecuzioni capitali, il Congresso ritiene assolutamente necessario e urgente rilanciare la campagna per la Moratoria al fine di evitare che sia presto dissipato quel risultato di grande rilievo umano e civile per il mondo intero, ottenuto dopo quasi tre lustri di impegno di Nessuno Tocchi Caino e del Partito Radicale, facendo leva soprattutto sull’Italia, attraverso tutti i Governi che si sono succeduti dal 1994 a oggi.
Il Congresso nota con soddisfazione che in quindici anni di iniziativa internazionale non vi è stata solo la Moratoria ONU, ma anche il fatto che ben 54 Paesi hanno abbandonato la pratica della pena di morte, 15 dei quali lo hanno fatto negli ultimi tre anni, a partire cioè dalla campagna “Nessuno tocchi Saddam” condotta in particolare da Marco Pannella con uno sciopero della sete iniziato alla fine di dicembre del 2006 e, dopo l’esecuzione del dittatore iracheno, subito convertito sull’obiettivo più generale della Moratoria Universale delle esecuzioni.
Per assecondare e accelerare il processo a favore della moratoria delle esecuzioni nella prospettiva dell’abolizione definitiva della pena di morte, il Congresso individua e impegna gli organi dirigenti di Nessuno tocchi Caino su due fronti di iniziativa e obiettivi prioritari.
Il primo è abolire i “segreti di Stato” sulla pena di morte, perché molti Paesi, per lo più autoritari, non forniscono informazioni sulla sua applicazione, e la mancanza di informazione dell’opinione pubblica è anche causa diretta di un maggior numero di esecuzioni. A tal fine, il Segretario Generale dell’ONU istituisca la figura di un Inviato Speciale che abbia il compito non solo di monitorare la situazione ed esigere una maggiore trasparenza nel sistema della pena capitale, ma anche di continuare a persuadere chi ancora la pratica ad adottare la linea pro moratoria stabilita dalle Nazioni Unite.
Il secondo è diffondere la Risoluzione nel mondo e organizzare eventi politici, parlamentari e pubblici in Paesi che ancora praticano la pena di morte. A partire dall’Africa, che è il continente dove vi è il numero più alto di Paesi abolizionisti di fatto e dove sono stati compiuti passi significativi verso l’abolizione della pena di morte come quelli avvenuti in Ruanda, Burundi e Togo per limitarsi ai Paesi che l’hanno abolita negli ultimi due anni. In altri due Paesi – Gabon e Repubblica Democratica del Congo – Nessuno tocchi Caino ha già tenuto due conferenze che si sono concluse con l’avvio dell’iter parlamentare di proposte di abolizione. Nella Repubblica Democratica del Congo, in particolare, l’abolizione della pena di morte farebbe assumere a questo Paese il ruolo di paese-simbolo, ad un tempo, del martirio dell’Africa ma anche della capacità di questo continente di sanare i suoi conflitti, approdare alla democrazia e lanciare messaggi di nonviolenza e di tolleranza.
Il Congresso di Nessuno tocchi Caino denuncia la paralisi della amministrazione della giustizia in Italia a causa degli undici milioni di processi pendenti e la drammatica condizione delle carceri dove i detenuti sono ormai stabilmente oltre ventimila di più dei posti regolamentari e dove, in base al monitoraggio quotidiano effettuato da “Ristretti Orizzonti”, da gennaio a oggi sono morti “suicidi” 68 detenuti mentre altri 102 sono morti di “malattia”.
Per far fronte a questa situazione di illegalità, per la quale l’Italia subisce decine di condanne ogni anno da parte della giustizia europea per denegata giustizia e violazione di diritti umani fondamentali, Nessuno tocchi Caino sostiene la proposta di Marco Pannella di una grande amnistia per liberare i tribunali dal pesante arretrato che li paralizza, un’amnistia legale, decisa dal parlamento, contro l’amnistia clandestina e di classe detta “prescrizione”, decisa di fatto dai magistrati e che cancella 200 mila reati ogni anno. Sostiene altresì le proposte contenute nella Mozione depositata alla Camera dei Deputati da Rita Bernardini e dai parlamentari Radicali e sostenuta da oltre 90 parlamentari di tutti gli schieramenti politici volte a rafforzare l'applicazione delle misure alternative alla detenzione previste dalla cosiddetta legge «Gozzini» e della detenzione domiciliare, a creare istituti «a custodia attenuata» per tossicodipendenti, a rivedere il sistema delle misure di sicurezza a cui sono sottoposti gli “internati” che rischiano il “carcere a tempo indeterminato” e a modificare radicalmente l'articolo 41-bis dell’ordinamento penitenziario a cui sono sottoposti i detenuti nel cosiddetto «carcere duro» che sono esclusi per legge dalle misure alternative e, in particolare, dalla liberazione condizionale dopo almeno 26 anni di carcere per i condannati all’ergastolo, pena evidentemente contraria ai principi costituzionali di rieducazione e risocializzazione dei detenuti e di cui pertanto è urgente l’abolizione.
Il Congresso di Nessuno tocchi Caino impegna gli organi dirigenti a sostenere le proposte parlamentari e a promuovere iniziative pubbliche per la istituzione in Italia del Commissario Nazionale per i diritti umani e dei garanti regionali delle persone private della libertà, quali strumenti democratici di conoscenza, controllo, garanzia e proposta relativi alla condizione non solo dei detenuti, ma anche degli agenti di polizia, dei direttori, degli educatori, degli assistenti sociali e di tutti gli altri componenti la comunità penitenziaria vittime – tutti e ciascuno – della stessa catastrofe umanitaria e della ordinaria illegalità, carceraria e non, che vige in Italia.
Al fine di sostenere le iniziative di Nessuno tocchi Caino per i prossimi due anni in Italia e nel mondo, il Congresso impegna gli organi dirigenti ad avviare subito una campagna di autofinanziamento con l’obiettivo di almeno raddoppiarlo rispetto all'anno precedente attraverso un numero corrispondente di iscrizioni e contributi.
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