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IRAN: POSSIBILE ELIMINAZIONE DI PENA CAPITALE PER MINORI E LAPIDAZIONE

12 febbraio 2012: le agenzie di stampa iraniane hanno riferito che il Consiglio dei Guardiani dell'Iran, il potente corpo di religiosi e avvocati che controlla l'attività parlamentare e certifica che corrisponda alla legge islamica della Sharia, aveva approvato il nuovo emendamento al codice penale che era stato convertito in legge dai membri del parlamento.
Il nuovo codice penale – che entrerà in vigore dopo essere stato firmato dal presidente Mahmoud Ahmadinejad – vieterebbe la pena di morte per i minorenni e l'esecuzione mediante lapidazione per le persone condannate per adulterio. Secondo il nuovo codice penale, una donna sposata condannata per adulterio sarebbe stata impiccata piuttosto che lapidata a morte. Inoltre, il nuovo codice vieterebbe la pena di morte per gli adolescenti di età inferiore a 18 anni che non hanno ancora raggiunto la "maturità intellettuale".
“Nella nuova legge il limite è stato portato a 18 anni per entrambi i generi e chi ha meno di 18 anni sarà considerato minorenne e condannato sulla base di una legge diversa da quella per gli adulti”, ha dichiarato il portavoce della Commissione parlamentare di giustizia, Amin-Hossein Rahimi, in riferimento alla legge in vigore che considera le bambine di 9 anni e i ragazzi di 15 anni pienamente responsabili dei crimini commessi.
Tuttavia, il 13 febbraio, il Guardian ha riportato le opinioni di alcuni esperti che hanno studiato il nuovo codice e messo in dubbio che l'Iran abbia completamente abolito la pena di morte per i condannati di età inferiore ai 18 anni o abbandonato il ricorso alla lapidazione.
Secondo l’articolo, in base al nuovo codice, la sentenza di morte è stata rimossa per i minori solo nel caso di reati la cui pena può essere inflitta a discrezione del giudice (ad esempio, per reati di droga). Secondo la stessa legge, però, una condanna a morte può ancora essere applicata per un minore, se ha commesso reati Hudud che attengono ai “diritti di Dio” come sodomia, stupro, furto, fornicazione, apostasia e consumo di alcool per la terza volta, che l’autorità pubblica ha l’obbligo di punire, a differenza di tutti gli altri reati che attengono ai “diritti privati” come l’omicidio, da trattare invece come una controversia privata tra l'assassino e gli eredi della vittima, i quali hanno il diritto di perdonare l'assassino, chiedere un risarcimento (Diyya) o l'esecuzione dell'assassino (Qisas).
La decisione se una condanna a morte di un minore può essere emessa attiene alla “coscienza del giudice”, una falla che consente decisioni giudiziarie soggettive nei casi in cui non esistono prove definitive.
Il ricercatore di Amnesty International esperto di Iran, Drewery Dyke, ha detto al Guardian che “le riforme potrebbero non sembrare quello che sembrano visti i tanti cavilli del sistema legale iraniano. L’esecuzione è un concetto legale specifico in Iran. La punizione per l’omicidio per la legge islamica è chiamata retribuzione per l’anima”. Quindi, secondo Dyke, i minorenni potrebbero ancora essere giustiziati se compiono un omicidio. “Hanno anche eliminato la lapidazione per l’adulterio, tuttavia ancora non sappiamo quale tipo di punizione sia stata prevista nella nuova legge. Al di là delle apparenze, le riforme potrebbero ancora consentire l’applicazione della lapidazione.”
La confusione sulla definizione di minorenne complica ulteriormente la questione, perché l’Iran non fa una chiara distinzione tra la maggiore età – quando il minore cessa di essere legalmente considerato un bambino – e l'età minima della responsabilità penale, che secondo la legge iraniana è di 15 anni per i maschi e 9 per le ragazze. "Il sistema penale iraniano ha spesso considerato come maggiore età quella minima della responsabilità penale," ha detto Raha Bahreini di Amnesty Canada,"in tal modo consentendo che individui di età inferiore a 18 siano trattati e condannati come adulti non appena raggiungono l'età minima della responsabilità penale”.
Gli esperti sentiti dal quotidiano britannico credono anche che gli emendamenti al codice penale hanno complicato alcune altre parti della legge, in particolare la punizione dell'omosessualità. La sodomia era punibile con la morte nei confronti di tutti gli individui coinvolti in un rapporto sessuale consensuale, ma in base ai nuovi emendamenti la persona che ha svolto un ruolo attivo sarà frustato 100 volte se il rapporto sessuale era consensuale e non era sposato, ma colui che ha svolto un ruolo passivo sarà comunque messo a morte a prescindere dal suo status matrimoniale.
Secondo il vecchio codice penale, le persone condannate per avere avuto una "relazione illecita al di fuori del matrimonio" doveva essere condannato a morte per lapidazione. Il nuovo codice, tuttavia, ritiene ancora un crimine "l’adulterio durante il matrimonio", ma non ha definito alcuna punizione per esso, dovendo così il giudice fare riferimento alla fatwa di un religioso affidabile (la guida suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei, in questo caso) per una decisione. Khamenei non ha ancora emesso una fatwa per questo tipo di reato, ma tutti gli altri religiosi del Paese decidono la lapidazione come punizione adeguata. E’ altamente improbabile che Khamenei contraddica i suoi seguaci religiosi.
"E’ solo un trucco", ha detto al Guardian Shadi Sadr, un eminente avvocato iraniano per i diritti umani in esilio a Londra. "Hanno rimosso la pena di morte tramite lapidazione dal codice penale, ma in realtà rimane al suo posto." Il nuovo codice penale non menziona la lapidazione come punizione per un crimine, ma vi fa riferimento due volte in un articolo sulle regole di procedura penale e le condizioni in cui tale punizione può essere applicata. "Il fatto che la lapidazione è stata menzionata nelle procedure penali di esecuzione della pena, dimostra che si prevede che il metodo sia utilizzato in futuro", ha dichiarato Sadr. (Fonti: iranwpd.com, 10/02/2012; Radio Zamaneh, 12/02/2012; telegraph.co.uk, 13/02/2012; guardian.co.uk, 13/02/2012)

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